Pescara. Il consigliere regionale del centrosinistra ed ex vicesindaco di Pescara Antonio Blasioli scrive alla soprintendente per segnalare che ”domani si commemora l’anniversario del primo bombardamento della città di Pescara, avvenuto nel 1943. Ci sono muri che segnano la storia, in grado di scriverne delle pagine indelebili. Muri che raccontano di umanità divise, di guerre e di rinascite”, prosegue Blasioli, “anche Pescara, nel suo piccolo, ha un muro che è lì a ricordarci, nel nostro quotidiano passargli accanto, che la guerra e la distruzione non sono cose lontane. Il muro della stazione, della stazione bombardata, che porta ancora le ferite di quei terribili giorni e che è l’unica testimonianza rimasta della cinta muraria dello scalo ferroviario, che venne polverizzato dalle bombe di quell’estate. Un muro dove ogni anno, il 31 agosto, la memoria si ritrova e si ritrovano anche i racconti dei sopravvissuti, come una staffetta fra generazioni, perché quel dolore e quel sacrificio della nostra città non vengano mai dimenticati e forgino la memoria collettiva di un popolo. Appartengano a tutti”.
“Per questo”, prosegue Blasioli ,”i morti, durante quella tranquilla mattina di sole e di mare, furono migliaia e ancora oggi non si hanno stime certe. Una ferita profondissima, che valse alla nostra Pescara la Medaglia d’oro al Valore Civile per tutti i suoi figli perduti, uno dei tributi più grandi e più cari alla libertà conquistata dopo la fine della guerra. A quell’attacco, che mirava a distruggere la stazione, obiettivo in larga parte mancato, ne seguì un altro il 14 settembre, sei giorni dopo la firma dell’armistizio, che colpì la stazione, il centro urbano, gli Uffici pubblici e anche Porta Nuova. Venne distrutto il Palazzo della Prefettura, persino il ritrovo del Parrozzo in Piazza Garibaldi, il Circolo Aternino, i Colli e anche Zanni”.
“La città”, precisa il consigliere regionale del Partito Democratico, “che aveva poco più di vent’anni, fu costretta a crescere in fretta. Un ricordo indelebile e tristissimo, di cui, appunto, oggi rimane solo il muro della stazione. Credo, per questo, che sia necessario tutelarlo e preservarlo, poiché è l’unica testimonianza in grado di mantenere viva la memoria storica, civile e sociale della nostra città, capace di restituire ad ognuno il ricordo di quel giorno e di tramandarlo a chi non l’ha vissuto”.
“Questo muro, però, da tempo non viene manutenuto”, conclude l’esponente Pd, “non è raro, durante determinati periodi dell’anno, vederlo sommerso dalle erbacce, che lo trasformano in un ricettacolo di rifiuti e degrado o in luogo di nascondimento o deposito di materiale di varia natura. A tal proposito, gentile dottoressa Mencarelli, Le scrivo per chiederLe quali potrebbero essere le iniziative che, come Regione e Comune, potremmo mettere in campo per tutelare questo luogo della memoria, che ha più di 70 anni e che, quindi, come tale, dovrebbe già essere vincolato come bene culturale”.