Pescara. “La crisi in cui l’Abruzzo, in particolare arterie stradali e autostradali, è attanagliato da settimane ha cause recenti e lontane. Le recenti derivano da provvedimenti giudiziari; le lontane affondano nella cronica e grave mancanza di programmazione e pianificazione che il territorio abruzzese sconta”: è l’analisi dell’urbanista Luana Di Lodovico, vicepresidente della sezione Abruzzo e Molise dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu) presieduta da Roberto Mascarucci. “Il paradosso”, prosegue Di Lodovico, “è che sono redatti da anni studi urbanistici con scenari e soluzioni, studi commissionati e finanziati dagli stessi enti e istituzioni che ora si affannano a cercare soluzioni per tamponare l’emergenza viabilità, che poteva essere scongiurata attraverso la programmazione di lungo periodo”.
Di Lodovico ricorda due studi in particolare: il primo è lo studio di fattibilità dell’adeguamento a 4 corsie – in sede e in variante – della Ss 16 Adriatica (iniziato nel 2006 e concluso nel 2010) condotto dal Servizio Pianificazione Trasportistica della Direzione Centrale Progettazione di Anas in accordo con il Ministero, l’Università dell’Aquila, l’Università D’Annunzio Chieti-Pescara, l’Università di Camerino e l’Università del Molise; secondo, il progetto ‘Territorio Snodo 2’ (2013) della Regione Abruzzo, prosecuzione del Programma ‘Territori Snodo’ del ministero delle Infrastrutture”. Di Lodovico ricorda che “entrambi gli studi hanno messo in luce la carenza e l’incompletezza dei telai infrastrutturali abruzzesi, inadatti a sostenere carichi demografici maggiori di 100mila-200mila abitanti, incapaci di innervare sul territorio regionale e macroregionale i flussi di persone e merci determinati dai settori produttivi e turistici”.
“Al centro di questi due studi”, prosegue, “vi sono potenziamento e adeguamento della rete infrastrutturale regionale e transregionale su gomma e su ferro: Fs Adriatica, A14, A25, A24 e Ss16. I diversi gruppi di ricerca hanno elaborato 5 soluzioni progettuali di ammodernamento alternative tra loro e adattabili che prevedono realizzazione di: piccole tangenziali (by pass urbani); nuovo tracciato nello spazio compreso tra Ss16 esistente e A14; adeguamento in sede della Statale; declassamento della A14 e realizzazione di nuovi tratti di autostrada; rafforzamento delle direttrici trasversali (potenziamento della Fondovalle e/o della Pedemontana)”. Il suggerimento di Di Lodovico è, quindi, di partire “da quanto è stato elaborato per attivare un tavolo di crisi che offra soluzioni certe in tempi brevi, a cui partecipino gli amministratori, il mondo delle professioni, le aziende, il mondo accademico e dell’associazionismo, tra cui l’Inu”.