“Ricordiamo che il Testo Unico dell’Ambiente prevede che la messa in sicurezza sia fatta nell’immediatezza dopo la scoperta della contaminazione. Solo recentemente sono iniziati alcuni lavori preliminari di copertura che stanno interessando una porzione limitrofa a quella incendiata mentre in quest’ultima si stavano approntando linee e pompe almeno per garantire l’emungimento della falda inquinatissima da solventi clorurati come, tra gli altri, esacloroetano e tetracloroetilene. Il fuoco ha danneggiato diverse linee, un danno fortunatamente risolvibile abbastanza facilmente. Quello che più preoccupa sono le emissioni in atmosfera e, in generale, lo stato del tutto inaccettabile in cui versa questo sito nazionale di bonifiche. L’incendio si aggiunge ad anni di fuoriuscita dei cancerogeni verso valle attraverso la falda che presenta valori di inquinamento di migliaia i volte i limiti di legge. Viene da chiedersi: dobbiamo credere al Codice Penale quando prevede il reato di omessa bonifica? Cosa ha da dire la Magistratura rispetto alla condizione in cui versa il sito? È normale per il Ministero dell’Ambiente trovarsi in queste condizioni a 10 anni dal primo sequestro e a 9 anni dalla perimetrazione del Sito Nazionale di Bonifica? Per parte nostra non possiamo che provare una profonda indignazione per uno Stato che non funziona davanti a grandi multinazionali.”
Tecnofonte: 10 anni di eccellenza nella filtrazione avanzata dell’acqua
Da oltre un decennio, Tecnofonte è sinonimo di qualità e innovazione nel campo della filtrazione dell'acqua. Fondata nel 2013, l'azienda ha saputo evolversi e crescere, diventando un...