Teramo. Lo stop del Tar del Lazio alle speranze del Teramo di ripartire la prossima stagione dalla C è solo l’ultimo atto della crisi che attraversa il calcio abruzzese.
Negli ultimi quindici anni è stato un susseguirsi di fallimenti di società, mancate iscrizioni ai campionato di competenza, e acquisizioni di titoli sportivi. Una crisi che sembra oggi aver toccato l’apice con la prossima stagione che vedrà solo il Pescara in un campionato professionistico.
Tanti i motivi che hanno portato alla crisi le maggiori società calcistiche regionali. Per questo occorrerebbe una riflessione seria anche perché per molti anni con il Pescara in A, il miracolo Castel di Sangro in B 25 anni fa, e molte altre a questa a farsi valere in C, l’Abruzzo ha rappresentato quasi un’isola felice a livello nazionale.
Ma poi pian piano le cose sono cambiate. Ma è negli ultimi quindici anni che le cose sono precipitate con le maggiori realtà calcistiche regionali a turno fallire o non iscriversi ai campionati di riferimento. Il Teramo, tanto per restare a quanto accaduto nelle ultime ore, fallì nel 2008, ripartendo dalla Promozione con al timone Luciano Campitelli.
Nel 2009 ci fu il fallimento in Tribunale del Pescara che ripartì con una dirigenza tutta abruzzese, mantenendo però la categoria di appartenenza, ovvero la serie C.
Nelle ultime stagioni poi ripartire dai dilettanti per le mancate iscrizioni ai campionato di riferimento è toccato a stagioni alterne al Giulianova, al Lanciano che pure era arrivato a farsi valere in serie B, e poi ancora al Chieti e all’Aquila. Alla vigilia della stagione sportiva 2022-2023 si ripartirà dunque con il Pescara in serie C, Vastese, Chieti, Pineto, Notaresco e Avezzano in D, L’Aquila, Giulianova e Lanciano in Eccellenza. Nelle prossime ore sapremo poi dove giocherà nella prossima stagione il Teramo, fresco di esclusione dalla C.