Pescara. “È vero, secondo i vecchi parametri, alcune regioni che registrano un numero crescente di contagi rischiano di abbandonare la zona bianca, ma la realtà è che l’attuale situazione epidemiologica è cambiata, quindi i parametri per stabilire il sistema dei colori non può essere lo stesso usato nel 2020, prima che il 52% degli italiani fosse vaccinato”.
Lo ha spiegato Roberto Cauda, direttore dell’Unità di Malattie infettive del Policlinico Gemelli-Irccs di Roma.
“A una situazione diversa devono necessariamente corrispondere dei parametri differenti, è un dato di fatto, non è per far piacere alla politica. Stiamo fronteggiando una situazione epidemiologica mutevole e di conseguenza dobbiamo mutare il nostro modo di interpretare i numeri – ha aggiunto – certamente c’è un alto numero di contagiati, specie tra i giovani, non vaccinati, ma quello che emerge in particolare è che crescono le persone in isolamento domiciliare. Ossia, anche i giovani rischiano di finire in ospedale, terapia intensiva, o di morire, ma in misura enormemente minore rispetto agli over 60. Quindi, l’indicazione di nuovi parametri dovrà tenere conto del rialzo dei contagi, ma anche degli ingressi in area medica e intensiva”. “Bisognerà dare quindi un nuovo Rt ospedaliero o di terapia intensiva”, ha continuato, “per esempio nel caso del Lazio, corrisponde a verità che ha avuto un aumento repentino di casi, ma è tuttavia una regione con un numero consistente di vaccinati. Quindi qualsiasi decisione dovrà tenere conto di questo fattore”. “L’unica raccomandazione importante – ha concluso – è di vaccinarsi, assolutamente. La variante Delta infatti galoppa, e non certo perchè ci sono stati i festeggiamenti per gli Europei, ma perchè è molto contagiosa, si diffonde tra i non vaccinati e buca la protezione di chi ha avuto una sola dose”.