Chieti.”L’esperienza della didattica a distanza si è rivelata soddisfacente e possibile, ma presenta mancanze rispetto alla didattica in presenza: la didattica con mezzo tecnologico non può sostituire una relazione prossemica e basata sull’empatia che si attiva quando l’insegnante è in presenza”. All’approssimarsi della chiusura delle scuole racconta così l’esperienza della didattica a distanza Grazia Angelone, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Uno di Chieti che si compone di 12 plessi e copre un’ area che va da Chieti centro, Chieti periferica fino a Brecciarola Casone. Nell’ITC1 la didattica a distanza è partita il 5 marzo.
“Per gli alunni delle scuole primarie non si può insegnare a scrivere, a leggere e a fare i conti attraverso il monitor”, prosegue Angelone .”L’esperienza è stata comunque positiva, ma andrebbero apportate modifiche qualora si dovesse di nuovo fare ricorso alla didattica a distanza: non si può pretendere sempre la sincronicità con gli alunni, ma si può lavorare ottenendo ottimi risultati anche in maniera asincronica. Se si dovesse ritenere necessario utilizzare ancora la didattica a distanza “,aggiunge la dirigente,” per il nuovo anno scolastico si chiederà la vicinanza di un genitore di supporto e in questo lo Stato deve andare incontro ai genitori”.
“Per quanto riguarda il programma”, conclude Angelone,” il mio distretto ha terminato il programma, anche se il ministro Azzolina nell’ordinanza ministeriale n.9 del 16 maggio scorso diceva che gli insegnanti avrebbero potuto ricalibrare la loro programmazione didattica e nel caso in cui non l’avessero terminata, avrebbero potuto produrre, contestualmente con lo scrutinio finale, dei piani di apprendimento individualizzato come forma di potenziamento”.