Pescara. Con 630 ricoverati attuali e e con le terapie intensive che hanno superato la soglia di allerta, l’Abruzzo è ancora nei guai. L’Rt ha superato il valore di 1.20 e i reparti ospedalieri vanno oramai verso la saturazione. Qualcosa non ha funzionato neanche stavolta e l’Abruzzo si ritroverà con ogni probabilità a essere di nuovo una delle poche regioni italiane in fascia rossa.
Tutto questo unito al fatto che anche i vaccini stentano ad arrivare e l’Abruzzo è la penultima regione considerando il rapporto tra dosi e popolazione. (Leggi qui).
Anche il noto virologo italiano, direttore di Microbiologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, lancia l’allarme per l’Abruzzo e dice che a questo punto l’unica soluzione è chiudere tutto in maniera più rigida.
“In Italia ci sono un paio di focolai, in Umbria e in Abruzzo, in questi casi- ha concluso il medico a Un Giorno da Pecora- bisogna chiudere tutto, fare un lockdown chirurgico”.
“Le zone rosse possono funzionare ma se abbiamo dei focolai con variante brasiliana e sudafricana questo tipo di zona non può bastare: bisogna chiudere. In quelle zone”, ha spiegato Crisanti a Rai Radio1, “servono misure draconiane, perché se si diffondono queste varianti abbiamo eliminato l’arma che abbiamo, il vaccino”.
In Abruzzo meno dosi del resto d’Italia, così ci vorranno 11 anni per vaccinare il 70%