Pescara. L’Inps di Pescara aveva deciso che il bonus Nido non andasse erogato per il periodo del lockdown previsto per contrastare la diffusione del coronavirus, in quanto i nidi erano chiusi. Ora però arriva la decisione del giudice del Lavoro, al quale si sono rivolti dei cittadini, tramite un legale, per far valere i propri diritti. E il giudice ha accordato l’erogazione del bonus.
La vicenda nasce durante il lockdown di marzo, aprile e maggio dello scorso anno, che aveva portato alla chiusura delle strutture dei nidi e altri istituti scolastici. L’Inps, sezione Pescara, aveva ritenuto di non erogare alle famiglie il bonus Nido nonostante le stesse avessero continuato a pagare le rette scolastiche, seppur in forma ridotta. Con ricorso depositato il 3 marzo 2021 si richiedeva, pertanto, al giudice del Lavoro di Pescara, di accertare il diritto alla prestazione degli utenti negata dall’Inps ricorrendone i presupposti.
“Secondo la legge di riferimento”, spiega l’avvocato Pierluigi Marianella, che ha redatto il ricorso, “i presupposti per l’erogazione del bonus Nido sono l’iscrizione alla struttura scolastica, la prova del pagamento della retta all’asilo nonché la regolare richiesta di riconoscimento del Bonus inoltrata entro i termini. L’Inps riteneva che il Bonus non andasse erogato poiché il servizio non era stato reso a causa delle chiusure e dunque riteneva la prestazione impossibile. Personalmente ritenevo, invece, che nessuna normativa prevedeva l’effettiva frequenza del bimbo per l’erogazione del Bonus (ci sono casi in cui il bambino non frequenta perché malato e il bonus viene riconosciuto), in ogni caso, tutto ciò era offensivo per le maestre, che in quel periodo emergenziale si erano prodigate per i bambini, restando accanto alle famiglie in un momento difficile, con una didattica a distanza”.
Lo stesso direttore generale dell’Inps, con un messaggio del primo aprile 2020, aveva precisato che “l’erogazione del bonus asilo nido avveniva in base all’effettivo sostenimento dell’onere di pagamento della retta e non era invece richiesta la documentazione attestante l’effettiva frequenza del minore”.
“Pertanto, l’Inps di Pescara si era addirittura discostato da una nota chiarificatrice dell’Inps stesso sez. generale”, conclude l’avvocato Marianella.
Ora è arrivata la decisione del giudice del lavoro di Pescara che ha accolto le richieste delle famiglie e ha condannato l’Inps a pagare le quote di bonus Nido illegittimamente non riconosciute.