Pescara. Promuovere l’utilizzo dei test per la misurazione degli anticorpi anti-SarCov2 e
degli anticorpi neutralizzanti nella platea dei soggetti fragili e anziani al fine di poter meglio programmare una
strategia vaccinale anti-Covid ‘personalizzata’. E’ la posizione espressa dagli esperti Mario Plebani
(Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell’Università di Padova), Giuseppe Banfi (Ordinario di Biochimica
Clinica presso l’Università Vita e Salute San Raffaele e direttore scientifico IRCCS Istituto Ortopedico
Galeazzi) e Giuseppe Lippi (Sezione di Biochimica Clinica, Università di Verona) in uno statement pubblicato
sulla rivista della Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica (SIBioC).
“Specialmente in alcune categorie di soggetti e pazienti – spiegano gli esperti – l’analisi anticorpale dovrebbe
essere utilizzata per verificare la qualità della risposta immune e per guidare successive decisioni cliniche e
terapeutiche, finanche l’utilizzo di dosi ulteriori di vaccino (boost) in soggetti in cui si risconti una modesta o
insufficiente risposta anticorpale alla dose consueta e raccomandata”. Per una medicina di precisione e
personalizzata, sottolineano, “una valutazione del titolo di anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 consente
di razionalizzare la somministrazione delle dosi successive di vaccino, ad esempio evitando la seconda dose,
quando previsto, o riducendo il dosaggio mantenendo inalterata l’efficacia nei pazienti che abbiano già
sviluppato la cosiddetta memoria immunologica”. Inoltre, aggiungono, “lo studio degli anticorpi specifici e
dell’eventuale capacità delle nuove varianti di evadere almeno parzialmente l’attività neutralizzante dei vaccini,
rappresentano altri motivi per suggerire una loro razionale utilizzazione, specialmente in categorie di pazienti
fragili e con possibile compromissione della risposta immunitaria”. Per questo, gli esperti sollecitano “le
autorità competenti a livello nazionale e regionale affinché sia possibile attivare nei Centri di riferimento la
valutazione degli anticorpi anti-SARS-CoV-2 con metodi validati, da utilizzare nella valutazione della risposta
immunitaria di soggetti e pazienti fragili” e raccomandano che i Centri “attivino modalità di condivisione dei
risultati per armonizzare i criteri interpretativi”.
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