Teramo. Non solo una rilevante attività diagnostica, che ha portato ad analizzare circa 630.000 tamponi per il Covid 19, ma anche se soprattutto ricerca nel lavoro dell’IZS dell’Abruzzo e del Molise, che la scorsa settimane ha ospitato i primi due ricercatori tunisini (nel corso dell’anno e nel 2022 ne arriveranno altri) nell’ambito di un progetto di formazione sul sequenziamento del genoma del Sars-Cov-2 finanziato dall’Oms.
“Aspettiamo anche la visita delle autorità sanitarie tunisine – sottolinea il dg dell’Istituto Nicola D’Alterio – con le quali sono stati avviati ulteriori progetti che coinvolgono il ministero degli Affari Esteri e della cooperazione Internazionale e l’ambasciata d’Italia a Tunisi”.
In particolare dal 26 al 30 luglio i biologi Wasfi Fares dell’Istituto Pasteur di Tunisi e Awatef El Moussi dell’ospedale Charles-Nicolle, sempre di Tunisi, hanno frequentato i laboratori di Teramo sulla scorta degli accordi presi durante la visita istituzionale in Tunisia del maggio scorso del direttore generale D’Alterio e del direttore sanitario dell’Istituto Giacomo Migliorato, mentre la prima settimana di luglio, il responsabile del Centro di referenza nazionale per sequenze genomiche di microrganismi patogeni Cesare Cammà, e il virologo dell’Izsma Alessio Lorusso hanno fatto visita ai principali laboratori tunisini coinvolti nella diagnostica del Sars-CoV-2 per discutere e identificare le esigenze di formazione del personale tunisino.
“L’analisi genomica è fondamentale per mappare in tempo reale le varianti e intercettare le nuove mutazioni del virus – commenta D’Alterio – l’Abruzzo è la regione italiana più virtuosa per numero di tamponi sequenziati rispetto al numero di tamponi positivi .
Nell’ultimo mese i campioni positivi al Covid-19 sequenziati in Abruzzo corrispondono al 21,75% a fronte di una media nazionale che si attesta all’8,7%. Nei laboratori dell’Istituto di Teramo abbiamo sequenziato il 90,7% dei tamponi positivi al Covid-19 della Regione Abruzzo. Ovviamente il problema non è solo italiano ma globale, ecco perché abbiamo avviato collaborazioni scientifiche con Libia, Namibia e Tunisia.