Bussi sul Tirino. “Le eccezioni sollevate dal parere del consiglio superiore dei lavori pubblici a firma dell’ingegner Carlea, in data 24 gennaio 2019, non può neanche considerarsi un parere anche per la chiosa finale e lo rende evidentemente interlocutorio”. Lo dice all’Ansa Antonio Blasioli, consigliere regionale Pd, ex vicesindaco di Pescara e candidato in pectore della minoranza ad assumere il ruolo di presidente della commissione regionale di inchiesta su Bussi, dopo le dimissioni nel febbraio scorso di Giovanni Legnini.
Blasioli spiega che sulla megadiscarica dei veleni Montedison e le ultime vicende con l’annunciato ritiro del bando per la bonifica, già assegnato, da parte del ministero dell’ambiente, il documento citato dal ministero, redatto dal consiglio superiore dei lavori pubblici, “termina infatti con questa dicitura: “Nel restituire, pertanto, il progetto indirizzato a questo consiglio superiore, riservando l’emissione del parere richiesto, a valle degli ulteriori indagini e rilievi necessari a rendere il progetto meno approssimato e quindi più coerente col livello di progettazione richiesto, corre l’obbligo di segnalare l’alto valore dell’interesse ambientale tutelato e l’urgenza di raggiungere l’obiettivo della bonifica del sito“. È del tutto evidente che non si è trattato di un parere” afferma Blasioli “ma solo di un atto “endoprocedimentale” che contiene anche rilievi a mio avviso facilmente superabili, il che mi spinge a credere che non sia questo il vero ostacolo alla conclusione della procedura”.
“La domanda che credo che più interroghi i dirigenti del ministero dell’ambiente sia proprio come fare a porre a carico di Edison, soggetto riconosciuto inquinatore, un progetto per ora aggiudicato ma non affidato, sapendo che l’ordinanza della provincia è del 26 giugno 2018 e non è stata mai sospesa nel corso di questi anni, anche se impugnata in due gradi di giudizio, fino addirittura ad essere confermata con la citata sentenza” dichiara Blasioli all’Ansa. “L’impasse che si manifesta in questi giorni sulla stampa tra la volontà di revocare la gara europea da parte del ministro Costa e la pronuncia del consiglio di Stato è un complesso intrecciarsi di procedimenti amministrativi, tra i diversi enti, tutti ampiamente legittimati a intraprenderli”.
“Dopo oltre 13 anni la bonifica è necessaria e non più rinviabile e chi deve provvedere è il soggetto che è stato individuato dal consiglio di Stato, a cui spetterà il compito di rimuovere le sostanze tossiche da quel sito” continua Blasioli. “È il personale convincimento maturato studiando questa vicenda, perché credo che sia una ferita non solo all’ambiente della nostra Regione, ma anche alle nostre coscienze e al nostro orgoglio”.
“La procura di Pescara avrebbe già dovuto fare il proprio intervento proprio su queste aree 2A e 2B che continuano ad inquinare, sfornite come sono di Mipre e Mise e che da 13 anni sono ancora causa di un voluminoso inquinamento delle nostre acque e del nostro mare, lascia il tempo che trova e
non porta un solo risultato in più all’Abruzzo e al nostro ambiente” prosegue Blasioli. “Sono convinto, invece, che la commissione d’inchiesta regionale vada ricostituita immediatamente e credo che il ministero farebbe bene a fare un’operazione verità su ciò che intende fare, portando a conoscenza della comunità le proprie strategie e le motivazioni, con trasparenza, in modo che ciascuno nei propri ruoli possa farsi il proprio convincimento” conclude Blasioli.