Montesilvano. Presentato un esposto ai carabinieri forestali di Pescara, da parte del referente della Stazione Ornitologica Abruzzese onlus, Augusto De Sanctis,per chiedere di accertare lo stato di inquinamento della discarica di Villa Carmine, a Montesilvano, sul lungofiume Saline, e la sussistenza di eventuali reati, a partire da quelli di disastro ambientale, omessa bonifica e omissione di atti di ufficio. L’associazione ambientalista pone in rilievo le criticità che portarono la discarica, “per molti anni, dal 2004 al 2013, ad essere ricompresa nel Sito nazionale per le Bonifiche Saline-Alento” e nel 2013 ad essere riclassificata dal Ministero dell’Ambiente, “con accordo con la Regione Abruzzo, quale Sito Regionale per le Bonifiche”.
De Sanctis, citando i verbali della Conferenza dei servizi, denuncia “lo stato di abbandono della discarica, i mancati controlli nelle aree circostanti e le vere e proprie omissioni diffuse, in particolare del Comune di Montesilvano, anche rispetto alle richieste del Ministero per l’attuazione delle procedure di messa in sicurezza e bonifica”. Nell’esposto si ricorda inoltre che ” a seguito di forti insistenze del Ministero, la Regione Abruzzo, con grande ritardo, nominò un commissario, ma la situazione di inadempienze, omissioni e continui abbandoni di rifiuti nelle zone limitrofe alla discarica è rimasta inalterata”.
La Stazione Ornitologica Abruzzese aggiunge che “dati assolutamente preoccupanti sulla presenza di percolato erano disponibili almeno dal 2011” e che “il sequestro operato dalla Procura nel 2016, a seguito dello sversamento del percolato direttamente nel fiume, portò alla realizzazione di alcuni interventi emergenziali da parte del custode giudiziario che, alla luce di quanto dichiarato dall’Arap, non hanno risolto le problematiche del sito”. Citando proprio una nota dell’Arap, De Sanctis evidenzia come “le indagini di campo svolte tra il 24 maggio e il 24 giugno 2019” anticipino i risultati delle analisi, rivelando “una contaminazione diffusa, con superamenti delle concentrazioni soglia sia a monte che a valle”.
In particolare, a valle della discarica,le concentrazioni di metalli aumenterebbero considerevolmente, “con il manganese che arriva quasi a 140 volte i limiti di legge, l’arsenico che presenta un valore doppio e anche il ferro presenta valori elevatissimi”. De Sanctis sottolinea che “il flusso dell’acqua sotterranea è verso il fiume Saline, che è a pochi metri dal piede della discarica e pertanto tali contaminanti vengono dispersi in quella direzione”. Infine l’associazione denuncia i ripetuti abbandoni di rifiuti nella zona, senza che sia stato messo in campo alcun
intervento per contenerli.