Pescara. Creare un’attività destinata ai bambini, che consenta di rispettare le normative anticontagio e che rappresenti un momento di svago, di rilancio e di felicità per i più piccoli, i quali da un momento all’altro hanno dovuto rinunciare al contatto con i compagni di scuola e ai giochi in gruppo. Nasce con quest’ambizione, a Pescara, il corso per piccoli dj, uno dei primi nel suo genere in Italia. Visto il successo registrato durante l’estate, a settembre diventerà realtà la Mls Academy – Accademia Biancazzurra. Ad occuparsi della scuola per piccoli disc jockey è Marco La Sorda, conosciutissimo dj che ha fatto la storia delle discoteche abruzzesi.
Il progetto è stato lanciato dall’asd Accademia Biancazzurra. Dopo il lockdown, le attività dell’accademia, che si occupa di scuola calcio e ginnastica, sono ripartite tra mille difficoltà: i protocolli anticontagio non consentono di svolgere in modo tradizionale i tipici corsi tanto amati dai bambini. Proprio per questo l’ex ginnasta Milena Pesolillo, tecnico Fgi, ha pensato di stravolgere l’impostazione, introducendo qualcosa di nuovo. Cuffie, giradischi e vinili, ma anche cd e mp3: le lezioni da dj, sia teoriche sia pratiche, contemplano tutti gli strumenti del mestiere, da quelli che hanno fatto la storia del settore a quelli più moderni. “Siamo subito ripartiti con le nostre attività, ma ci siamo resi conto che, con il rispetto delle misure di contenimento del virus, non erano la stessa cosa – sottolinea Pesolillo – Allora ho pensato che l’unica soluzione era creare qualcosa di nuovo. E’ nata così la scuola per dj, che si è rivelata un’idea vincente. E’ straordinario vedere i bambini finalmente felici e spensierati, che si divertono in tutta sicurezza”.
“Per me questa attività è bellissima – afferma La Sorda – sto provando a trasmettere loro esperienza ed emozioni. Stanno conoscendo la musica, la stanno suonando, mixando e selezionando e ne sono entusiasti. Per alcuni di loro le nozioni e le abilità sviluppate con questo corso – conclude il dj – un domani potrebbero anche rappresentare uno sbocco lavorativo”.