Pescara. “Bloccare il virus e, quindi, tutelare la salute è la prima azione da mettere in atto, ma immediatamente dopo occorre evitare che la crisi economica faccia il resto. Dobbiamo concentrarci
per limitare gli impatti sul sistema economico e produttivo che questa emergenza sta producendo”.
Lo ha affermato Confindustria Chieti Pescara, a proposito dell’emergenza Coronavirus, tracciando un primo bilancio dei danni sul territorio: crollo delle prenotazioni del 60% circa, problemi per le imprese che avevano cantieri aperti nelle zone rosse del Nord Italia, merci destinate all’estero bloccate in Italia e carenza di materie prime. Il punto della situazione è stato fatto nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato il presidente di Confindustria Chieti Pescara, Silvano Pagliuca e il direttore Luigi Di Giosaffatte. Fin dai primi giorni della diffusione del virus in Italia, Confindustria Chieti Pescara ha avviato attività per limitare il contagio, ma anche per tutelare le
imprese del territorio. Sono state, ad esempio, regolamentate le norme di accesso all’interno delle sedi di Pescara, Vasto e Val di Sangro, è stato introdotto il termolettore per misurare la temperatura corporea in caso di incontri con più di 15 persone, sono stati annullati i meeting più ampi ed è stato autorizzato lo smart working.
“Sono tante le conseguenze legate al Coronavirus che bisogna limitare il più possibile”, ha affermato Di Giosaffatte, “prima che possano danneggiare seriamente l’economia del Paese e del territorio. Nel settore edile, siamo riusciti a dare una risposta alle aziende di Chieti e Pescara che hanno cantieri aperti nelle zone rosse, che sono stati sospesi, estendendo la cassa integrazione straordinaria. Sul piano turistico è già stato verificato un crollo di circa il 60 per cento delle prenotazioni anche per il periodo estivo”.
“È la prima volta che il mondo si trova ad affrontare una questione sanitaria di questa rilevanza”, ha dichiarato Pagliuca. “Ma ora dobbiamo concentrarci per limitare gli impatti sul sistema economico
e produttivo che questa emergenza sta producendo. Stiamo capendo tutti per la prima volta e purtroppo a seguito di un’emergenza mondiale dovuta al coronavirus che occorre digitalizzare il Paese. L’esempio più scontato, ma che scontato fino a ieri non era, è il ricorso allo smart working. La società del ventunesimo secolo vive un grande paradosso: è iper-connessa, digitale e alla ricerca di efficienza, ma si basa su modelli di lavoro pensati nel secolo scorso e non più adatti al contesto in cui viviamo. Dopo il Coronavirus nulla potrà essere più come prima. La tecnologia è fondamentale in tutti i comparti, ad esempio l’ambiente, e nello specifico nella sanità dove effetti come quelli che stiamo vedendo ci fanno capire come i confini sono questioni che riguardano la geopolitica, ma non le malattie e pertanto la cooperazione tra popoli non è più una scelta, ma una necessità. La globalizzazione sta affermando con forza che abbiamo i medesimi destini”.
Per quanto riguarda la sospensione del volo Alitalia Pescara-Milano, gli industriali sottolineano che “non c’è una razionalità nell’aver cancellato il collegamento del mattino e mantenuto quello del pomeriggio e annunciano che faranno un passaggio con la compagnia”.