Pescara. Botta e risposta tra la Cna e il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, sulle conseguenze economie della zona rossa istituita per le province di Chieti e Pescara a causa dei contagi in aumento per effetto della circolazione della variante inglese. La prima parla di “decisione unilaterale del presidente della Regione” che rischia di “mettere in ginocchio definitivamente migliaia di piccole imprese artigiane e commerciali, se non saranno individuati immediatamente meccanismi di sostegno”. Il secondo replica parlando di “meccanismo di disinformazione”.
Secondo le Cna di Chieti e di Pescara, il fatto di aver istituito la zona rossa “senza alcun preventivo assenso del governo” non comporta “una copertura automatica destinata ai ristori. Sarebbe forse stato il caso di operare scelte concordate con gli organismi nazionali, in modo da garantire alle attività penalizzate la certezza di un indennizzo economico”.
“La decisione di istituire zone rosse nelle province di Chieti e di Pescara”, replica lo staff di Marsilio in una nota, “è giunta a seguito di chiare indicazioni del Governo sulle direttive da seguire nelle aree maggiormente colpite dalle varianti inglesi del virus. Il ministro Speranza è stato ‘sentito’ preventivamente, come esplicitamente riportato dall’ordinanza, e ha fornito il pieno assenso e sostegno politico”. I collaboratori del governatore ricordano inoltre che Speranza non ha potuto inserire la zona rossa nell’ordinanza che ha sancito il passaggio dell’Abruzzo in fascia arancione, perché in quel momento politico “era in carica per la sola ‘ordinaria amministrazione'”.
“I rappresentanti locali della Cna”, conclude lo staff di Marsilio, “farebbero meglio a impiegare i loro sforzi nel sollecitare i loro rappresentanti nazionali di farsi portavoce e interpreti presso il Governo al fine di provvedere in tempo alla garanzia dei ristori in situazioni di emergenza come quelle che si sono verificate a Chieti e a Pescara”.