Pescara. L’Abruzzo, come il resto d’Italia, con la fine dello stato di emergenza, previsto per oggi, da domani potrà gradualmente tornare alla normalità, dopo oltre due anni di pandemia.
L’emergenza ha messo a dura prova il sistema sanitario regionale, che comunque ha retto. Mentre l’85% della popolazione over 12 ha completato il ciclo vaccinale, sono oltre 300mila i casi di Covid-19 registrati in due anni, 270mila i guariti e più di tremila i decessi.
Il primo caso emerso in Abruzzo risale al 27 febbraio 2020; il primo decesso all’inizio di marzo di due anni fa. Oggi – in attesa del bollettino odierno – i casi complessivi sono 312.476 e i morti 3.087. Nella prima ondata, quella del lockdowd durissimo, in Abruzzo, i casi complessivi furono appena 3.780, solo l’1,2% del totale. Il 66% – cioè 205.903 mila contagi – riguarda il periodo dal primo gennaio 2022 ad oggi. Il record assoluto di contagi registrati in un solo giorno c’è stato l’8 gennaio scorso, con 5.479 casi. Nonostante la fine dello stato di emergenza, i numeri restano alti.
Ieri oltre duemila i nuovi casi.
L’incidenza settimanale dei contagi per centomila abitanti è a 1.178. A fronte della rapida circolazione del virus, però, i ricoveri, grazie ai vaccini, restano contenuti: il tasso di occupazione dei posti letto al momento è al 9% per le terapie intensive e al 21% per l’area medica. Dall’autunno 2020, quando entrò in vigore il sistema delle zone a colori, l’Abruzzo è finito diverse volte in zona rossa e numerose sono state le restrizioni imposte a livello locale, su suggerimento del Gruppo tecnico scientifico regionale (Gtsr), per arginare la corsa del virus.
Dallo scorso 7 marzo la regione è in zona bianca, in attesa che, da domani, il sistema dei colori vada in pensione. Contestualmente, con la fine dello stato di emergenza, il green pass non sarà più necessario dal parrucchiere, in banca, negli uffici, nei negozi, sui mezzi di trasporto, nei musei e in bar e ristoranti all”aperto.
“L’emergenza Covid – dice all’ANSA l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì – è stata un’esperienza drammatica, ma anche un grande stress-test per l’intero sistema ospedaliero e territoriale della nostra regione che, nonostante le difficoltà, è riuscito a rispondere in modo adeguato all’assistenza di oltre 300mila cittadini che hanno contratto il virus. Ma la pandemia ha dato anche una spinta decisiva a tante iniziative che stentavano a decollare e mi riferisco soprattutto all’innovazione tecnologica in sanità e a tutta una serie di servizi telematici (dalla ricetta dematerializzata al cup online, fino alla scelta e revoca del medico) sui quali in Abruzzo si registrava un ritardo di anni”.