Vasto. “Una straordinaria occasione espositiva e un progetto culturale di grande forza emotiva”: così l’arch. Monica Baldi, curatrice dell’esposizione, ha definito la mostra Gernika (Guernica in lingua spagnola) di Sofia Gandarias, che si inaugurerà domenica 2 giugno a Vasto nella splendida cornice di Palazzo d’Avalos.
Guernica (Gernika-Lumo) è la città basca che ha il triste primato di aver subito prima al mondo un bombardamento aereo a tappeto, il 26 aprile 1937 durante la guerra civile spagnola. Un attacco deciso a freddo, con migliaia di vittime innocenti, solo per testare l’efficacia di una allucinante strategia militare. Un evento che commosse Picasso e ne ispirò, in quello stesso 1937, una delle opere più famose. Per Sofia Gandarias, che a Guernica era nata nel 1951, quei lontani eventi sono un ferita dell’anima, una emozione intensa e penetrante che l’artista, prematuramente scomparsa nel 2016, ha voluto affidare alle grandi opere che dal 2 giugno al 19 luglio saranno in esposizione nelle prestigiose sale del Quarto della Marchesa di Palazzo d’Avalos.
All’inaugurazione, in programma domenica 2 alle 11:30, sarà presente Enrique Barόn Crespo, già presidente del Parlamento Europeo dal 1989 al 1992, l’uomo politico spagnolo che nel 1987 aveva sposato Sofia Gandarias. Nozze, per inciso, celebrate a Venezia, a testimonianza di un affetto per l’Italia mai venuto meno. Lo dimostra anche questa mostra itinerante che, dopo i passaggi spagnoli, è approdata in Italia. Già a Firenze, Roma e Fermo. Ora a Vasto, unica tappa abruzzese, e quindi ad Assisi. A testimoniare il grido di dolore delle vittime della guerra e a lanciare forte un messaggio di fratellanza e di opposizione alla violenza. Non a caso le opere appartengono al Museo della Pace di Gernika.
“Questo progetto espositivo così forte e coinvolgente – sottolinea Giuseppe Forte, vice sindaco e assessore alla cultura di Vasto – rappresenta una occasione di monito e uno spunto di riflessione sull’importanza del dialogo e della Pace per realizzare il progetto di un mondo migliore. La nostra città è orgogliosa di ospitare la mostra e ringrazia la Fondazione Immagine e in particolare il mecenate Alfredo Paglione, che tanto ha fatto per il Museo di Palazzo d’Avalos, per averci offerto questa occasione”.