Pescara. “Lega Salvini e lascialo legato”: questa frase “imperativa”, corredata dal disegnino dell’impiccato, è diventata uno degli slogan coniati dalle sardine capitanate da Mattia Santori. Le immagini del corteo di ieri sera sono finite sulle prime pagine dei giornali nazionali: ma non è un titolo d’onore.
Tale è il paradosso sbandierato incoscientemente da questo movimento: combattere e sconfiggere l’odio e la violenza, servendosi degli stessi strumenti.
Scritte razziste, cariche di aggressività gratuita, hanno occupato la piazza più bella di Pescara. Cori infarciti di turpiloquio non hanno risparmiato nemmeno la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Gli organizzatori hanno parlato di 5mila presenze, chi c’era ha affermato che non erano nemmeno 500: la piazza era gremita perché ieri era un sabato sera prefestivo e chi andava a spasso, per fare shopping e ammirare le luci d’artista, si è mescolato a chi si trovava lì unicamente per sciorinare “l’ideale” delle sardine.
Ecco una carrellata eloquente delle “soluzioni” proposte dalle sardine.