Pescara. Gli scarichi illegali e la mancanza di depuratori continuano a sporcare il mare e i laghi d’Italia. È inquinato dai batteri fecali un prelievo d’acqua su 3 di Goletta Verde e Goletta dei Laghi, le campagne di Legambiente che tutte le estati monitorano mari e acque dolci del Belpaese.
Più di metà delle foci dei corsi d’acqua sono fuori dai limiti per la balneazione, in tutte le regioni.
E la ragione è che il 40% degli scarichi fognari non è in regola. Di qui l’appello di Legambiente: usiamo i fondi del Recovery Plan per completare la rete italiana dei depuratori. Goletta verde e Goletta dei Laghi dai primi di luglio hanno
passato al setaccio le principali coste balneari d’Italia. I tecnici di Legambiente e 300 volontari hanno prelevato
campioni e li hanno esaminati in 263 punti sul mare e 126 sui laghi. Nell’acqua sono stati ricercati i due
principali batteri fecali: gli Enterococchi intestinali e l’Escherichia coli. I punti di prelievo sono stati indicati
dalle sezioni locali di Legambiente e dai cittadini, attraverso il servizio SOS Goletta. Sponsor dell’iniziativa
sono stati Novamont, il principale produttore italiano di bioplastiche, e il Conou, il consorzio che raccoglie gli
olii minerali usati. Su 263 campioni prelevati lungo le coste marine, 22 punti sono stati giudicati inquinati,
mentre ben 70 punti sono risultati fortemente inquinati: oltre i limiti di legge il 35% del totale, 1 punto
inquinato ogni 81 km di costa. Il 50% dei punti monitorati dalla campagna (131 su 263) ha riguardato le foci di
fiumi e canali. Delle 131 foci campionate, il 58% (76 su 131) è risultato fuori legge. Goletta dei Laghi
quest’anno ha esaminato 34 bacini in 11 regioni, con 126 prelievi. Oltre i limiti di legge il 33% (15 inquinati e
27 fortemente inquinati). Dei campioni fuori norma, il 64% è stato prelevato alla foce di corsi d’acqua. La
regione dove Goletta Verde ha riscontrato il maggior numero di tratti marini inquinati è la Campania (12
fortemente inquinati e 5 inquinati), seguita da Lazio (11 e 4), Toscana (8 e 2), Calabria (8 e 1), Sicilia (6 e 3),
Sardegna (5 e 1), Marche (5 e 1), Abruzzo (3 e 1) Liguria (3 e 1). L’unica regione d’Italia dove non sono state
trovate acque marine fuori norma è la Puglia: su 29 prelievi, nessuno è risultato inquinato o fortemente
inquinato. Goletta dei Laghi ha rilevato il maggior numero di tratti fuori norma sul lago Maggiore: 6 fortemente
inquinati e 4 inquinati. Seguono il lago di Garda (4 e 1), il Lago d’Orta (4 fortemente inquinati), il lago di Como
(2 e 2), il lago di Bolsena (1 e 3). Nessun tratto inquinato sui laghi d’Iseo, Trasimeno, Albano, Bracciano, Vico.
Tutto questo è dovuto al fatto che ancora oggi il 40% dei reflui fognari delle nostre città non è adeguatamente
depurato. L’Unione Europea ha più volte ammonito l’Italia, avviando ben quattro procedure d’infrazione per il
mancato adeguamento alla direttiva europea sui reflui. Sino ad ora le multe sono costate al nostro paese oltre 77
milioni di euro. L’80% dei Comuni in stato di infrazione appartiene a 5 regioni: Sicilia in primis (il 23%), ma
anche Lombardia (il 19%), Campania (17%), Calabria (11%) e Lazio (10%). “L’Italia destini una parte delle
prime risorse europee del PNRR che ha ricevuto proprio in questi giorni per gli impianti di depurazione delle
acque, per chiudere questa pagina imbarazzante dello storia del Paese – ha commentato il presidente di
Legambiente, Stefano Ciafani -. Ora i fondi ci sono, anche se nel Pnrr solo 1,5 miliardi su 191 sono assegnati al
ciclo delle acque”.