Pescara. Chiusa l’indagine sul caso di Nadia e Bartolo, i pensionati pescaresi finiti alla ribalta grazie al programma tv “Le Iene” che ha denunciato un raggiro ai danni dei due persone. Sotto la lente della Procura di Pescara è finito un 35enne, accusato dal pm Andrea Papalia di circonvenzione di persone incapaci e millantato credito. La vicenda è venuta a galla grazie a un servizio di Giulio Golia, sollecitato a intervenire dalle due figlie della coppia che vive grazie alla pensione di invalidità. Il 35enne aveva fatto credere
a Bartolo di potergli trovare un lavoro e, sulla base di questa finta promessa, non corrispondente al vero, si faceva consegnare da lui i soldi della pensione che i due andavano a prelevare ogni mese. Il 2 febbraio scorso, però, oltre alla troupe del programma tv è intervenuta anche la Polizia, che ha trovato addosso al 35enne la pensione di 1.100 euro ritirata poco prima dalla coppia.
Secondo l’accusa, l’indagato avrebbe “abusato delle condizioni di infermità e dello stato di deficienza psichica della coppia – si legge nell’avviso di conclusione delle indagini – inducendola a consegnargli in diverse occasioni, generalmente con cadenza mensile, pressoché in corrispondenza temporale con la riscossione della pensione, somme di denaro contante prelevate dai loro libretti postali”. Tutto questo “anche facendo loro credere pretestuosamente e falsamente trattarsi di somme dovute a titolo di compenso per sue asserite attività finalizzate al conseguimento di un posto di lavoro”. L’uomo è accusato poi di millantato credito perché avrebbe esibito alla coppia “una falsa dichiarazione di impegno del vice sindaco di Pescara per l’avviamento al lavoro di Bartolo, dichiarazione manoscritta e recante la falsa firma del vice sindaco”.