L’Aquila. L’Abruzzo festeggia San Gabriele dell’Addolorata, patrono della regione. Il santo proclamato nel 1920 da papa Benedetto XV era un religioso della congregazione della Passione di Gesù Cristo. Nacque ad Assisi nel 1838 e visse lì fino a quando morì la madre e tutta la famiglia si trasferì a Spoleto. Nella cittadina umbra Francesco Possenti iniziò a studiare dai gesuiti.
Studiò prima in Umbria e poi si spostò in Abruzzo, a Isola del Gran Sasso, dove ancora si può ammirare la camera dove alloggiò. Malato di tubercolosi continuò a celebrare la messa e a mantenere la sua serenità. Morì a soli 24 anni e per questo venne dichiarato patrono della gioventù cattolica. Ogni anno studenti da tutta Italia arrivano nel santuario a lui dedicato per la benedizione delle penne che utilizzeranno il giorno degli esami di maturità.
Questa mattina il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha partecipato all’apertura della porta Santa in occasione del Giubileo di San Gabriele dell’Addolorata.
“Gabriele era un giovane del suo tempo, pieno di vita e di entusiasmo, animato da un desiderio di pienezza che lo spingeva oltre le realtà mondane ed effimere, per rifugiarsi in Cristo. Ancora oggi, egli invita i giovani a riconoscere in se stessi il desiderio di vita e di appagamento, che non può prescindere dalla ricerca di Dio, dall’incontro con la sua Parola, dal servizio ai fratelli, specialmente i più fragili”.
Lo scrive Papa Francesco nella lettera inviata al vescovo di Teramo-Atri, mons. Lorenzo Leuzzi, in occasione dell’inizio delle celebrazioni giubilari al santuario di San Gabriele dell’Addolorata. L’auspicio del Pontefice è che questo “giovane passionista” possa “guidare il cammino delle persone consacrate e dei fedeli laici nella tensione di amore verso Dio e verso il prossimo”. Soffermandosi su “questo tempo di emergenza sanitaria e di conseguente fragilità economica e sociale”, il Papa ribadisce la necessità che “i discepoli del Signore diventino sempre più strumenti di comunione e di fraternità”, “estendendo agli altri la carità di Cristo” e “irradiandola con atteggiamenti concreti di vicinanza, tenerezza e dedizione”. Infine, l’auspicio che “le manifestazioni programmate per il Centenario (della canonizzazione, ndr) possano ravvivare l’affetto e la devozione di quanti vedono in questo Santo così amato un esemplare testimone del Vangelo e un intercessore presso Dio”.