Pescara. “Gravi criticità” all’Oncologia dell’ospedale di Pescara: le denuncia il Movimento 5 Stelle che ha presentato un’interpellanza al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso. I grillini si concentrano, in particolare, sulla mancanza del servizio di cure palliative domiciliari, “presente in tutte le altre Asl abruzzesi”, di un percorso virtuoso degenzacure domiciliarihospice per i malati oncologici, e sull’inadeguatezza dei locali. Il punto della situazione è stato fatto, nel corso di una conferenza stampa al Comune di Pescara, dal consigliere regionale Domenico Pettinari (M5s), che ha visitato il reparto dopo essere stato informato della situazione dal collega Massimiliano Di Pillo, consigliere comunale nel capoluogo adriatico, in seguito all’audizione del primario di Oncologia medica in Commissione Sanità del Comune. Altre criticità, sempre secondo i grillini, si riscontrano al Day hospital oncologico, dove i pazienti vengono sottoposti a chemioterapia: “C’è uno stanzone con otto pazienti sottolinea Pettinari e un unico bagno condiviso, a cui hanno accesso anche i famigliari. Gli impianti non hanno il sistema di disinfezione, necessario considerando che i pazienti scaricano con le feci sostanze particolari”. Problemi anche nelle sale d’attesa del Day Hospital, “che sono in realtà dei corridoi, mentre le persone sottoposte a chemio hanno bisogno di sale dedicate”. Il Movimento 5 Stelle segnala poi che l’installazione del ‘PortACath’, necessario per eseguire le cure chemioterapiche, non avviene a Pescara, ma solo a Popoli (Pescara). C’è infine un “problema di carenza di infermieri, perché molti di loro sono negli uffici amministrativi, mentre dovrebbero tornare nei reparti”. “Si tratta di un settore molto delicato osserva il consigliere regionale parliamo non di qualità della vita, ma di qualità della morte. Tutte le Asl abruzzesi hanno un percorso di cure palliative domiciliari che vengono somministrate da equipe composte da medico esperto, infermiere, psicologo, assistente sociale e assistente spirituale, perché la sola terapia farmacologia non basta. Tutto questo consente al paziente di fare un fine vita che sia il più sereno possibile, nella propria abitazione”. “Spesso la mancanza delle cure palliative domiciliari porta il paziente a tornare in pronto soccorso e ad essere nuovamente ricoverato in reparto aggiunge Pettinari con il risultato che si allungano le liste d’attesa di chi aspetta una diagnosi. E’ una questione di dignità umana. Abbiamo trovato medici e personale sanitario davvero professionali, ma non sono messi in condizione di lavorare al meglio. Servono risposte ed azioni urgenti per risolvere le criticità”.
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