Pescara. “Nel giro di pochi giorni abbiamo trasferito a distanza la scuola che facevamo fisicamente, perché eravamo praticamente pronti. La didattica a distanza è efficace se si pensa che l’alternativa era non fare nulla, ma il paragone con le lezioni in presenza non andrebbe fatto. Sono due cose diverse. E’ stato comunque un momento di crescita. Lo scenario futuro sarà supportare il lavoro in presenza con tutto ciò che abbiamo imparato a livello digitale”. Stefano Biocca, vicepreside dell’Its ‘Tito Acerbo’ di Pescara – 1.300 studenti, 170 docenti e 64 classi – alla vigilia della chiusura della scuola, traccia un bilancio degli ultimi mesi caratterizzati dall’emergenza coronavirus.
“Avevamo un punto di partenza, perché la piattaforma era stata predisposta in precedenza, spiega il vicepreside.”Abbiamo individuato 7 tutor, cui sono stati affidati 20, 25 docenti che sono stati progressivamente formati. Il mercoledì le scuole hanno chiuso, il lunedì siamo partiti con la didattica a distanza. E’ stato un passaggio immediato”. “La didattica a distanza “, osserva Biocca,” è sicuramente diversa. Mancano i laboratori, la parte progettuale, tutto ciò che si fa in palestra o negli spazi aperti. Ci siamo ingegnati per introdurre altri tipi di attività. Il senso di comunità c’è stato, abbiamo lavorato su questo, perché a distanza è ciò che manca. Alla luce di questa esperienza, useremo i punti di forza della didattica a distanza per migliorare quella in presenza”.
Più in generale, il vicepreside sottolinea come la pandemia abbia tolto alla scuola “il periodo dei viaggi di istruzione, degli stage, dei tornei sportivi, il periodo più gioioso dell’anno scolastico. C’è rammarico “, conclude Biocca,” ma è stata bella la capacità di reazione di docenti e studenti e questo è un segnale positivo”.