Pescara. Il ministero della Giustizia si è costituito parte civile nel processo di Rigopiano. La notizia è stata ufficializzata oggi all’apertura dell’udienza preliminare in Tribunale a Pescara. Il Ministero ritiene dunque che nella vicenda ci sia stato un danno per l’amministrazione e chiede un risarcimento agli indagati.
Il ministero della Giustizia si è costituito parte civile nei confronti dell’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo e altri sette dirigenti pubblici nel procedimento per il depistaggio. E’ quanto emerge dalla richiesta presentata oggi dall’avvocatura dello Stato dell’Aquila nell’udienza preliminare. Il ministero ritiene che la condotta dei dirigenti della prefettura avrebbe leso l’immagine e il prestigio della giustizia, in quanto secondo i capi d’accusa “hanno pesantemente pregiudicato il funzionale e organico svolgimento dell’attività investigativa propria dell’Autorità procedente”, come si legge sul’atto di citazione presentato al Gup Gianluca Sarandrea.
Il lavoro della magistratura sarebbe quindi stato ostacolato “costringendo gli uomini e i mezzi messi a disposizione dello Stato ai fini della ricerca della verità, ad un non previsto aggravio di impegno e di sforzo che ha finito con l’incidere gravemente sul raggiungimento da parte della PA degli altri obiettivi istituzionalmente curati dalla PA”. Il depistaggio si riferisce alla riunione effettuata al Coc Penne il 24 gennaio 2017. Con il prefetto sono indagati Salvatore Angieri, Sergio Mazzia, Ida De Cesaris, Giancarlo Verzella, Giulia Pontrandolfo, Daniela Acquaviva.
Il giudice dell’udienza preliminare Gianluca Sarandrea ha accolto la richiesta del ministero di Giustizia di costituirsi come parte civile nel filone dell’indagine che riguarda il depistaggio sul disastro dell’hotel Rigopiano di Farindola dove, sotto la valanga del 18 gennaio 2017, morirono 29 persone. Il giudice ha, nello stesso tempo, escluso la costituzione di tutti gli enti e le parti civili nel procedimento bis. L’eventuale unificazione dei due procedimenti fa parte del prosieguo dell’udienza odierna nel tribunale di Pescara.