Pescara. “Quanto accaduto oggi in aula, nel procedimento per depistaggio, è l’ennesima riprova che se i due processi marceranno riuniti subiranno un inevitabile ritardo. Ritardo che non interessa né le difese degli imputati né, credo, né quelli delle parti civili”. Così l’avvocato Gianluigi Tucci, che assiste la funzionaria della prefettura di Pescara, Giulia Pontrandolfo, nel procedimento bis per depistaggio e frode processuale, in riferito al disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola, questa mattina in tribunale a Pescara, a margine dell’udienza preliminare.
“Bisogna tenere conto che il processo relativo al depistaggio, che è un processo a titolo di dolo specifico, necessiterà di un’istruttoria completamente diversa rispetto al processo madre, che è invece un processo a titolo di colpa, pur gravissima” afferma Tucci.
Gli atti sul presunto depistaggio erano già presenti nell’inchiesta madre, perché si trattava di una vicenda avvenuta dopo la tragedia e già nota al pm quando quest’ultimo ha redatto la richiesta di rinvio a giudizio, ha affermato inoltre il procuratore capo di Pescara, Massimiliano Serpi, intervenendo questa mattina in tribunale durante l’udienza preliminare del procedimento sul presunto depistaggio delle indagini sul disastro dell’Hotel Rigopiano. Il procedimento, che vede imputate 7 persone, tra le quali l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, riguarda una telefonata alla prefettura di Pescara partita dall’albergo alle 11.38 della mattina del 18 gennaio 2017, cinque ore prima della valanga, che è scomparsa dalle carte che la stessa prefettura consegnò agli inquirenti dopo la tragedia. La chiamata era partita dal cellulare di Gabriele D’Angelo, il cameriere dell’hotel ucciso – come altre ventotto persone – dalla slavina.
“Nel processo bis si parla di una questione successiva” ha affermato Serpi. “Qualcuno ha nascosto quella telefonata perché temeva di poter essere danneggiato e anche qualora gli stessi imputati fossero assolti nel processo madre, saranno chiamati a risponderne nell’altro processo”.