Pescara. Protesta dei lavoratori del Ciapi questa mattina nell’aula consiliare del municipio di Pescara che oggi ospita la seduta del Consiglio regionale d’Abruzzo.
Le maestranze sono ancora in attesa delle spettanze arretrate, quattro anni, dopo la chiusura del centro di formazione e dopo che il giudice delegato ha firmato i decreti ingiuntivi alla Regione per il pagamenti dei lavoratori. Esposti striscioni contro i vertici regionali. Una rappresentanza dei lavoratori ha poi incontrato consiglieri e assessori.
“Purtroppo”, ha spiegato il direttore del Ciapi, Paolo Cacciagrano, “è una situazione atavica che sta precipitando perché quando non si rispettano norme, leggi, succede quello che vedete. Purtroppo già nel Consiglio regionale scorso questa maggioranza ha deciso di liquidare un ente con 52 anni di storia, il fiore all’occhiello della Regione; perché non dobbiamo dimenticare che il Ciapi è proprietà della regione Abruzzo, ha fatto formazione per 40mila abruzzesi e oggi si sta chiudendo come si stesse chiudendo un circolo bocciofilo”. Non essendovi stati più contributi annui per il Ciapi, ha ricordato Cacciagrano, si sono accumulati debiti, “in particolare nel confronti dei dipendenti che vantano quattro anni di mancate retribuzioni, e questo nonostante ci siano state due leggi regionali emanate dal Consiglio regionale uscente in cui si stabilivano i fondi da utilizzare per il Ciapi e per il
pagamento dei lavoratori. La regione Abruzzo ad oggi non li ha liquidati e, nonostante l’ordinanza esecutiva del giudice, sono cinque mesi che i lavoratori attendono il pagamento di quattro anni di stipendi”.