Pescara. La pandemia in Abruzzo segna un ulteriore rallentamento. Nelle terapie intensive non ci sono più pazienti e i nuovi casi sono pochissimi. La discesa è paragonabile a quella di un anno fa, quando i vaccini ancora non c’erano ed era appena iniziata quella tregua estiva nei contagi. Una tregua durata solo fino a settembre.
Ma ora per i vaccini anche l’Abruzzo, tra le regioni italiane con migliori performance fino a ora, rallenta. Soprattutto a causa degli intoppi imprevisti con le regole del siero AstraZeneca. La provincia che arranca di più, secondo i dati rapportati alla popolazione, è quella dell’Aquila. per il resto si procede anche se con numeri più bassi rispetto ai giorni scorsi. Ma non c’è da essere troppo tranquilli. Neanche la metà dei vaccinati ha tuttora ricevuto la seconda dose, raggiungendo quella soglia di immunità che gli studi più aggiornati considerano relativamente sicura davanti alla diffusione delle varianti. In particolare davanti a quella indiana, ora ribattezzata “Delta”, che è molto più contagiosa di quella inglese, protagonista della terza ondata anche in Abruzzo.
L’ultima media mobile a 7 giorni di dosi somministrate ogni giorno in Abruzzo è di 10.510. Di queste 361 sono monodose. A questo ritmo ci vorranno 3 mesi e 11 giorni per coprire l’80% della popolazione vaccinabile. L’obiettivo sarebbe raggiunto il giorno 27 settembre.