Pescara. “Il contenuto della memoria depositata dimostra che le funzioni di protezione civile, almeno dalla fine del 2016, non erano più in capo alla Polizia provinciale, e che il mezzo di cui Honorati avrebbe omesso la ricognizione funzionale e dunque l’individuazione del mal funzionamento, non faceva parte del parco macchine della Polizia provinciale, ma di quello del settore amministrativo, con la conseguenza che non era in capo alla Polizia provinciale o al comandante della Polizia provinciale il compito di farne la manutenzione, la ricognizione e gli altri adempimenti funzionali a renderlo efficiente”. Così l’avvocato Vincenzo Di Girolamo, che insieme all’avvocato Marco Pallegrini assiste il comandante della Polizia provinciale di Pescara, Giulio Honorati, al termine dell’interrogatorio, condotto dal procuratore di Pescara Massimiliano Serpi e dal pm Andrea Papalia, titolari dell’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara).
Honorati, indagato per omicidio colposo e lesioni plurime colpose, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha presentato una memoria difensiva tramite i suoi legali. Prima di lui, in mattinata, erano stati ascoltati, nell’ambito dello stesso filone dell’inchiesta, che coinvolge diversi esponenti della Provincia, Tino Chiappino, tecnico reperibile secondo il Piano di reperibilità provinciale, e
Mauro Di Blasio, responsabile del settore Viabilità della Provincia. Per il pomeriggio erano previsti anche gli interrogatori di Antonio Di Marco, presidente della Provincia di Pescara, e di Paolo D’Incecco, dirigente del settore Viabilità e referente di Protezione civile della Provincia, ma entrambi hanno presentato istanza per chiedere un differimento degli interrogatori, al fine di approfondire le carte