Pescara. Nuovo clamoroso dietrofront della Giunta Alessandrini per il rimpasto di Giunta. Quando sembrava che a lasciare la carica di assessori dovessero essere, oltre a Laura Di Pietro (al suo posto Simona Di Carlo) e Stefano Matteucci Civitarese, per far posto a Gianni Teodoro, è arrivato il passo indietro, con la decisione di sacrificare Giuliano Diodati, in possesso di deleghe pesanti come quella del Bilancio, e difeso a spada tratta dalla parlamentare Vittoria D’Incecco e dall’assessore regionale Donato Di Matteo. Duro e amaro il saluto di Diodati affidato la notte scorsa alla sua pagina Facebook: “Il mio percorso in Comune si è concluso oggi nel peggiore dei modi. L’epilogo al termine dell’ennesimo incontro con il sindaco Alessandrini e con un partito malato di una schizofrenia ormai sotto gli occhi di tutti. In questi anni, dopo essere stato eletto dal popolo ho cercato di amministrare con serietà, dedizione, passione per Pescara, ascoltando tutti i cittadini senza mai risparmiarmi”. “Credo – prosegue – di aver dimostrato capacità di governo con obiettivi chiari, azioni mirate e numeri per spiegare concretamente i risultati ottenuti.
Un politico deve rendere conto dei risultati delle sue azioni. Noi stiamo assistendo ad un esempio di abdicazione della politica, in cui si sta confondendo il ruolo del tecnico con quello di politico. L’organo collegiale di governo cioè la giunta, secondo la logica e il principio di democrazia, deve essere formata con persone elette dal popolo. Ma per il Pd non conta essere stati eletti, né contano serietà lavoro e concretezza di risultati, a questo partito non interessa la parola democrazia, cioè governo voluto dal popolo, la più alta forma di libertà che gli elettori possono esprimere attraverso la loro scelta che dovrebbe restare sovrana”. “Questo – sottolinea – è un partito in forte contraddizione, che sta guidando una grossa macchina con migliaia di passeggeri che oggi più che mai hanno assoluta necessità di sentire che il volante è saldamente nelle mani di qualcuno che sa quello che fa. Questa città è purtroppo nelle mani di un sindaco e di una classe dirigente che ben poco riconosce al popolo e che brancola nel buio. La stessa dirigenza che mi ha buttato fuori indegnamente, dando uno schiaffo a tutti coloro che in questi due anni e mezzo hanno condiviso e avviato insieme a me progetti utili alla città. In questo momento si alternano sentimenti di amarezza e rabbia; dopo i giorni dell’illusione e delle polemiche speravo di poter proseguire il mio lavoro. Lavoro oggi interrotto bruscamente contro gli interessi di Pescara. Questa decisione avrà sicuramente delle conseguenze e non lascerà indifferenti coloro che con me hanno cercato di portare avanti gli ideali di democrazia e di rispetto dei cittadini. Grazie a tutti coloro che mi hanno affiancato e a chi mi ha manifestato vicinanza e stima”.