Pescara. “Rispettiamo le scelte del giudice, ma c’è l’aspetto sociale da tenere in considerazione perché la vicenda coinvolge 341 famiglie. L’auspicio è che si possa andare verso l’esercizio provvisorio. In quel caso la partita sarebbe ancora aperta. Se invece l’azienda resterà chiusa ci sarà poco da fare”.
Lo afferma il segretario della Fiom Cgil Pescara, Andrea De Lutis, a proposito della vertenza Oma. Gli stabilimenti dell’azienda (tre in Abruzzo e due in Toscana) da oggi sono fermi. Trecentoquarantuno, nel complesso, i lavoratori, 150 dei quali in Abruzzo. La Oma, di proprietà del gruppo che fa capo a Mauro Angelucci, ex presidente di Confindustria Abruzzo e della Camera di commercio Chieti Pescara, è stata dichiarata fallita dal tribunale del capoluogo adriatico e ieri è stata depositata la relativa sentenza. Non essendo stato concesso l’esercizio provvisorio, il curatore fallimentare, Roberto Costantini, che ha accettato l’incarico, ha dovuto disporre l’immediata sospensione delle attività.
Il curatore ora dovrà svolgere una serie di attività finalizzate ad un’analisi precisa della situazione e, nel giro di 48-72 ore, dovrebbe rimettere una relazione al giudice. “Continuiamo a pregare per un cambio di rotta” dice De Lutis “affinché si vada verso l’esercizio provvisorio: in quel caso i lavoratori continueranno ad essere operativi e a rifornire i clienti. Ci sono tre potenziali acquirenti, uno dei quali, in particolare, ha già prodotto la relativa documentazione. Ma se l’azienda resterà chiusa per 20 o 30 giorni temiamo che ci sia poco da fare”.
La Fiom Cgil, che sta lavorando insieme alla Fim Cisl, per lunedì mattina sta organizzando una manifestazione a Pescara. Sulla vicenda, a margine di una conferenza stampa, interviene anche il direttore generale di Confindustria Pescara Chieti, Luigi Di Giosaffatte: “Attendiamo che ci siano disposizioni da parte del curatore” dice “perché in questo momento è tutto in mano lui. Ci preoccupiamo di essere responsabili sul territorio per capire cosa si può fare per sostenere almeno il salario dei lavoratori di quell’azienda, che, tra l’altro, hanno un know how importante e interessante da mettere in campo.
Saremo a disposizione delle istituzioni che ci diranno in che modo Confindustria può essere utile”.