Pescara. Dalla seconda metà del 2020 le emissioni legate al settore della mobilità e il traffico sono tornati ad aumentare, “con il rischio di un ritorno al business as usual pre-covid” e a Milano i valori delle concentrazioni degli inquinanti hanno subito addirittura un rialzo nel 2020 rispetto al 2019.
È l’allarme del Rapporto “MobilitAria 2021”, realizzato da Kyoto Club e dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA). Il rapporto segnala che gli sforzi delle città per essere più “green” con reti ciclabili e bike sharing rischiano di essere vanificati dalla crisi del trasporto collettivo.
Aumentano piste ciclabili, boom micromobilità. Kyoto club e Cnr-Iia, corsa contro il tempo per decarbonizzare
Le città grandi e medie si stanno riorganizzando per essere sempre più “green” puntando su reti ciclabili e trasporto pubblico ed c’è un boom per la micromobilità con mezzi elettrici come bici, monopattini e scooter, ma serve la spinta del Pnrr per “la rincorsa contro il tempo verso la decarbonizzazione” .
Lo afferma il rapporto MobilitAria 2021, realizzato da Kyoto Club e dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA), che segnala, in particolare, un potenziamento delle reti ciclabili e della mobilità attiva, grazie anche alle nuove regole del Codice della Strada.
Tra i casi virtuosi per le piste ciclabili ci sono Torino (+ 11 km), Milano (+ 67 km), Venezia (+18 km), Bologna (+ 16 km), Genova (+25 km), Roma (+ 33 km), Palermo (+ 4 km), Cagliari (+ 11 km).
Il rapporto MobilitAria registra un exploit della micromobilità, che ha esordito lo scorso anno: Torino ha aumentato con la sua del 14% mentre a Milano (3750 mezzi), Bari (1000), Napoli (1050) è stato avviato il servizio. Dall’altra parte, segnala una diminuzione del car sharing in quasi tutte le città, mentre il bike sharing, in sostanza, tiene.
Per il car sharing e bike sharing si è registrata una diminuzione a Milano, Genova, Firenze, Roma, mentre vi è stato un
aumento a Torino, Venezia, Genova, Firenze, Palermo. Per quanto riguarda le auto, il tasso di motorizzazione è sostanzialmente invariato nella maggior parte delle città del Nord e Centro. Invece è in aumento nelle città del Sud andando ad aumentare il parco circolante già fortemente congestionate.
Il rapporto analizza i dati della mobilità e della qualità dell’aria al 2020 nelle 14 città metropolitane e nelle 22 città medie italiane che hanno approvato i PUMS.
Nel merito del NO2 (biossido di azoto) in tutte le città si registra una riduzione delle concentrazioni, ad esclusione della sola città di Milano, che ha riportato un incremento del 7% rispetto all’anno precedente.
“Tale decremento è connesso con la riduzione delle emissioni del comparto mobilità soprattutto nei primi mesi di lockdown dovuto alla epidemia da covid-19”, spiega lo studio che indica le maggiori riduzioni delle concentrazioni medie sono nella città di Cagliari (-38%) e Catania (-37%) a cui segue Palermo con un -31% rispetto al 2019. Per il PM10 diverse città superano più di 35 volte il limite giornaliero nell’arco di un anno a partire da Torino (98 superamenti), Milano (90), Venezia (88), Napoli (57) e Cagliari (38); “anche Bologna e Roma, dopo rispettivamente 2 e 3, anni tornano a superare il limite”, continua il testo.
Le concentrazioni di PM2,5, invecem non indicano criticità per nessuna delle città analizzate. “Questa fase di sospensione della normalità può essere impiegata per la pianificazione di una mobilità davvero sostenibile “, dichiara il direttore del CNR-IIA Francesco Petracchini, che indica la necessità di “accelerare sulle misure e prepararci alla revisione della normativa verso nuovi limiti e inquinanti, agire per l’adozione della strategia nazionale sull’inquinamento atmosferico e potenziare gli studi.