Pescara. Una esecuzione in perfetto stile mafioso: è su questa ipotesi che sta lavorando la Procura pescarese dopo il duplice agguato di ieri sera al Bar del Parco.
Un morto e un ferito grave: lo sparatore prima ha teso il braccio attraverso le piante per sparare verso Walter Albi e Luca Cavallito, poi si si è avvicinato ai due per dare il colpo di grazia alla testa.
In totale gli inquirenti hanno trovato in terra almeno 8 bossoli. Cavallito è stato colpito alla mandibola e forse per questo si è per ora salvato, magari con un gesto di difesa. Non solo: l’assassino ha poi prelevato i cellulari delle due vittime prima di scappare sulla moto.
Ieri sera dopo l’attentato le forze dell’ordine hanno dato il via ad alcune perquisizioni nelle case delle vittime. Manca ancora il movente, ma alcune voci parlano di questioni economiche, si indaga sul passato delle due vittime e si vocifera di un appuntamento con qualche persona che i due avrebbero atteso al bar.
Intanto il Prefetto di Pescara, Giancarlo Di Vincenzo, ha convocato per oggi alle ore 17.30 una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Acerbo: “Mafie vere emergenze città”
“L’esecuzione in stile mafioso sulla Strada Parco spero dia la sveglia alla nostra comunità, alla politica e alle istituzioni.
Negli ultimi anni si è abbassata la guardia rispetto alla lotta contro la criminalità organizzata e alle mafie perchè sono state alimentate finte emergenze sicurezza che hanno generato razzismo e paranoia contro immigrati”.
Lo dice in una nota il segretario di Rifondazione Comunista nonchè ex consigliere comunale, Maurizio Acerbo, in riferimento al duplice agguato di ieri sera.
“Dalle prime informazioni emerse è legittimo pensare che il quadro in cui inquadrare l’azione del killer non è certo quello della microcriminalità.
Pescara e la costa adriatica sono da anni oggetto della penetrazione silenziosa di sacra corona unita, camorra e ndrangheta che riciclano rilevando e aprendo attività economiche”, spiega Acerbo, “È dei giorni scorsi la notizia del sequestro a Pescara di supermercati di imprenditori che – secondo l’inchiesta della Dia di Reggio Calabria e la Guardia di Finanza, ”
sarebbero legati alla ndrangheta che investe nell’edilizia, negli appalti, nel commercio oltre che nel traffico di sostanze stupefacenti. E’ il caso che la politica si svegli e metta al primo posto la lotta contro la criminalità organizzata e la sua penetrazione nel nostro tessuto economico e sociale. Esprimo la mia solidarietà a Antonio, il titolare del bar, e a tutte le persone del mio quartiere che si trovavano sul luogo del delitto”.
Vincenzo D’Incecco: “Serve una maggiore presenza e uno studio investigativo”
“Chiediamo allo Stato una presenza maggiore e uno studio investigativo dei fenomeni di criminalità che evidentemente interessano il nostro territorio, perché nonostante gli sforzi le presenze sul campo evidentemente non bastano”.
Sono queste le riflessioni di cui si fa portavoce dell’intero gruppo consiliare comunale, Vincenzo D’Incecco, Capogruppo Lega, all’indomani dell’efferato omicidio che si è verificato ieri sera a Pescara che, secondo le cronache, ha il sapore di una resa di conti della criminalità organizzata.
“Sebbene il comune non possa intervenire sulle attività investigative, ci preme ricordare che Pescara è una delle città più videosorvegliate d’Italia, basti pensare che proprio in questi giorni sono state installate ulteriori 21 telecamere e speriamo che anche grazie al supporto della tecnologia gli investigatori possano assicurare alla giustizia l’esecutore di questo assassinio crudele e violento”.
“Siamo profondamente colpiti e affranti per quanto accaduto e vogliamo esprimere tutto il nostro cordoglio alla famiglia della vittima che si è vista strappare un proprio caro con un’efferatezza e crudeltà inimmaginabili e auspichiamo che l’uomo ferito gravemente possa lottare con tutte le sue forze per superare questo momento”.