Pescara. “Essere papà di una bimba fragile è impegnativo fisicamente e moralmente. Ancora di più quando si è portavoce di centinaia di genitori che desiderano accudire i figli nel territorio dove vivono. Il nostro desiderio è di dotare presto l’Abruzzo di una Terapia intensiva Pediatrica, a completamento di un percorso assistenziale pediatrico per livelli di complessità. Vorremmo pensare di non essere costretti, in caso di necessità, a emigrare per garantire qualità di vita essenziale”.
A parlare è Andrea Sciarretta, padre della piccola Noemi, affetta da Atrofia muscolare spinale (Sma1), patologia gravissima e invalidante che non ha però impedito all’intera famiglia di impegnarsi per aiutare famiglie nelle stesse condizioni. Andrea è fondatore e presidente della Onlus ‘Progetto Noemi’ che, da anni portavoce delle esigenze dei ‘caregiver”, ha contribuito, tra l’altro, all’istituzione di due posti di terapia sub-intensiva pediatrica all’ospedale di Pescara.
“Ma la Terapia intensiva pediatrica in Abruzzo ancora non c’è – prosegue Sciarretta – quelle più vicine sono ad Ancona e a Roma. E il tempo, quando si deve salvare una vita, è il peggior nemico”. In Italia le terapie intensive pediatriche sono 23, per un totale di 202 posti letto, ricorda Sciarretta citando il dato emerso durante il 76° Congresso della Società Italiana di Pediatria (Sip) del maggio 2021, quando ne erano ancora prive le regioni Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Umbria, Abruzzo, Sardegna, Molise e Basilicata. “Pensiamo a patologie complesse croniche, ventilate meccanicamente, soggette a crisi respiratorie improvvise, bimbi a rischio di ‘ab ingestis’ a causa dei gravi deficit deglutitori oppure in grave stato di male epilettico – spiega Sciarretta – Sono patologie che richiedono una presa in carico territoriale efficace, riferimenti sanitari con posti letto e personale dedicati in grado di rispondere alle necessità assistenziali e sociali della famiglia. È urgente, ormai improcrastinabile, intervenire poiché tutto il carico ricade quasi esclusivamente sulla famiglia”. La sanità territoriale, continua il presidente di ‘Progetto Noemi’, “è sinonimo di rivoluzione culturale e scientifica. Ora è il momento di applicare tutta la capacità istituzionale e scientifica affinché la soluzione non sia trasferire altrove, ma curare sul territorio, i bimbi d’Abruzzo”.
Neanche un posto letto dedicato di terapia intensiva pediatrica: il triste primato dell’Abruzzo