Pescara. “Vedo che si parla di scuse e in molti siti vedo titoli che parlano delle scuse di Muriana ai parenti delle vittime. Io non vedo scuse, ma chiacchiere. Mi sembra una persona che dopo quasi tre anni ha capito che forse le cose si mettono male anche per lui e allora cerca di nascondersi mettendosi dalla parte delle vittime. Io non ci casco, caro signor Muriana, io non le credo”. E’ la risposta di papà Alessio Feniello alla lettera dell’ex capo della Mobile di Pescara, Piefrancesco Muriana.
“Non credo più a nessuno dal quel maledetto 18 gennaio e soprattutto non credo a nessuno da quando il prefetto Provolo ci annunciò che Stefano era vivo. Avete giocato sporco, avete voluto scherzare con il dolore della povera gente, adesso dovete pagare tutti, dal primo all’ultimo. Chi ha ucciso 29 persone, e chi ha cercato di coprire i responsabili di questa tragedia. Sarà la magistratura a stabilire di chi sono le responsabilità penali. Ma la responsabilità umana la posso giudicare anche da solo. E lei, signor Muriana, è colpevole. E le dico di più, a me nessuno mette in testa nulla, io per fortuna ho ancora una testa che pensa e che capisce. La verità lei ancora non l’ha spiegata, però fa sempre in tempo. Poi, magari, parleremo di scuse vere” conclude Alessio Feniello.