Pescara. – Ad oltre un anno dall’inizio della pandemia la situazione nel nostro Paese risulta molto difficile per gli oltre 3 milioni di persone che vivono con un tumore. Si stima che nel 2020, rispetto al 2019, le nuove diagnosi di tumore sono diminuite dell’11%. I nuovi trattamenti farmacologici si sono ridotti del 13% mentre gli interventi chirurgici hanno fatto registrare un -18%. “Ora che la maggioranza dei pazienti oncologici è stata vaccinata contro il Covid e messa così in sicurezza è tempo di tornare investire e a promuovere la lotta contro il cancro”.
È questo l’appello lanciato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) in occasione dell’avvio del Congresso della Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO), che si svolge in forma virtuale dal 4 all’8 giugno.
“Ci sono stati numerosi ritardi o posticipazioni per gli esami diagnostici e di follow up – afferma Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM -. Il rischio reale e concreto è quello di registrare un forte aumento dei tumori diagnosticati ad uno stadio più avanzato. La priorità deve essere la ripresa su tutto il territorio nazionale degli esami e dei trattamenti. Stiamo ancora riscontrando casi di pazienti che non si presentano nelle nostre strutture per ricevere prestazioni sanitarie. Dobbiamo quindi ribadire con forza che adesso gli ospedali italiani sono assolutamente luoghi sicuri e che il personale sanitario è stato vaccinato. Il rischio di contrarre il Coronavirus è molto ridotto, praticamente vicino allo zero. Al contrario le patologie oncologiche sono sempre molto pericolose e prima dell’inizio della pandemia causavano ogni anno oltre 180mila decessi. Un dato che potrebbe aumentare anche per colpa del Covid-19 e delle sue conseguenze nefaste sul Ssn”.
Il titolo del congresso ASCO è ‘Equità: per ogni paziente, ogni giorno e ovunque’: “È davvero un diritto fondamentale. Negli ultimi anni nel nostro Paese abbiamo assistito, in ambito oncologico, ad enormi progressi dovuti all’introduzione di nuovi trattamenti e all’aumento di diagnosi precoci. Lo dimostrano i tassi di sopravvivenza a 5 anni che erano più alti rispetto alla media Ue per molte neoplasie. Non possiamo permetterci di sciupare questi successi e chiediamo – conclude Beretta – un intervento delle istituzioni per continuare a poter erogare i livelli d’assistenza precedenti all’avvento del Covid-19”.