Pescara. “Il far west e le vendette personali non ci appartengono e non riporteranno mai in vita i nostri cari, anzi genereranno solo altro inutile dolore, che si aggiungerà al dolore di quelle mamme, di quei papà, di quei figli, di quei fratelli e di quelle sorelle che soffrono il loro dramma in silenzio e lontano dai riflettori e dagli show televisivi”. Così il Comitato familiari delle vittime di Rigopiano, in una nota, torna sull’aggressione avvenuta questa mattina, nel tribunale di Pescara, da parte della madre di una delle vittime ai danni dell’imputato Massimiliano Giancaterino, ex sindaco di Farindola, durante la seconda udienza preliminare sul disastro dell’Hotel Rigopiano.
“Non è facile sedere in un banco di Tribunale a pochi centimetri da chi è chiamato a rispondere delle proprie responsabilità”, proseguono nella nota, “tuttavia la rabbia e il dolore, che ognuno dei parenti delle vittime vive da 32 mesi, pur giustificati, non possono e non devono sostituirsi ai giudici e al nostro ordinamento giuridico”. In conclusione, il comitato osserva che “per ottenere ciò che tutti ci prefissiamo sin dal 18 gennaio 2017, oltre che una pura e sana razionalità, occorre anche una serenità di intenti e di collaborazione univoca tra le parti, quindi famigliari, legali e giudici, affinché l’obiettivo primario si raggiunga per tutti, ma soprattutto per quei genitori anziani, stanchi e già provati dalla immane tragedia, che vedono invece allontanarsi sempre di più l’alba della verità dai loro orizzonti”.