Pescara. “A due anni dallo sfratto forzato delle 84 famiglie di via Lago di Borgiano, posso senz’altro dire che fu quello uno dei procedimenti amministrativi più delicati e urgenti che come Comune di Pescara abbiamo mai dovuto affrontare. Un provvedimento che ci ha visti coinvolti non solo in maniera politica e amministrativa, ma anche, e soprattutto, umana ed emotiva”. Con queste parole il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli, già vicesindaco di Pescara, fa il punto della situazione a due anni dallo sgombero dei civici 14, 18 e 22 di via Lago di Borgiano, che nel luglio 2017 sono state dichiarate inidonee staticamente da una certificazione tecnica richiesta dall’Ater, proprietaria degli stabili.
“Ricordo ancora quella sera”, spiega Blasioli, “in cui arrivò la notizia da parte di Ater che aveva appena ricevuto le prime tre analisi che aveva commissionato alla Labortec Ingest e ricordo ancora che con il Sindaco convocammo in piena notte i dirigenti, l’Ater e il Comandante dei vigili del fuoco per comprendere come operare. Unanimemente decidemmo di emettere l’ordinanza”.
“Il mattino seguente assieme alla Polizia Municipale”, precisa il consigliere del Pd, “ci presentammo sotto quei palazzi e, aiutati anche dalle nostre assistenti sociali, abbiamo comunicato quella decisione a interi nuclei familiari, alcuni anche in condizioni disagiate e precarie, invitandoli ad uscire di casa. Ricordo ancora l’immenso lavoro fatto per ospitare quelle famiglie già dalle prime sere presso gli alberghi della costa che si resero disponibili”.
“Una vera, tragica emergenza, affrontata, ed oggi a mente fredda lo posso dire, con lucidità e competenza.
Che questo anniversario, quindi”, prosegue Blasioli, “non sia solo un ricordo di quei giorni difficili e dedicato riallineamento delle cose fatte, ma sia soprattutto un monito per il futuro. Lo dico rispetto ai controlli che Ater deve continuare, ed anzi deve incrementare, non solo per i 15 fabbricati oggetto dell’atto dell’Amministratore Unico n. 52 del 29 novembre 2016, ma anche nei confronti di tanti fabbricati che sono datati, progettati con tecniche diverse da quelle odierne e che soprattutto non sono stati oggetto di interventi strutturali nel corso degli ultimi anni”.
“Il timore è che”, prosegue il consigliere regionale, “se non si procederà con controlli a tappeto programmati, come è stato fatto negli anni precedenti, potrebbero verificarsi altre via Lago di Borgiano, cioè altre situazioni di sgomberi immediati, dalla sera alla mattina. Se non situazioni anche peggiori. È questo l’invito, quindi, che rivolgo alla Regione e all’Ater: disporre ulteriori verifiche, come abbiamo fatto noi, e continuare in questa attività di vigilanza a vantaggio di chi abita in quegli alloggi, spesso vetusti, affinché sia garantita la pubblica incolumità. Ricordo che solo in Provincia di Pescara gli immobili Ater locati (al netto quindi di quelli riscattati, sono 4928 (solo a Pescara 3050). L’Ater di Pescara, con una gestione illuminata del commissario Basile, aveva iniziato la buona pratica del “fascicolo del fabbricato”, uno strumento per razionalizzare e formalizzare il processo conoscitivo e manutentivo del fabbricato, con layer tecnici, strutturali, architettonici, geologici e impiantistici pronti alla visione dei tecnici e degli amministratori, ma anche alle imprese e agli amministratori dei condomini. Un fascicolo con foto capace di dimostrare, per esempio, in via Lago di Borgiano, la situazione delle fessurazioni prima e dopo l’evento sismico. È un percorso che Ater ha iniziato, ma che richiede fondi perché sia continuato e aggiornato. Ritengo che questa sia un’esigenza sempre più avvertita, specie dopo gli eventi sismici e calamitosi degli ultimi anni, e che dobbiamo istituzionalizzare tramite una specifica legge regionale, che destini risorse su tutto il patrimonio edilizio pubblico. Di questo intendo farmi presto promotore”.
Ma a due anni da quello sgombero, Blasioli ricorda anche alcuni numeri, importanti per capire ciò che è stato fatto e ciò che resta da fare. “Il Comune di Pescara”, conclude il consigliere del Pd, “si è fatto carico di molti delle 236 persone (84 nuclei famigliari, di cui 74 aventi diritto alla ricollocazione) che vivevano in quei tre palazzi. Quasi tutti, eccezion fatta per chi fu ospitato da parenti e amici, hanno trovato accoglienza negli hotel e molti (47 nuclei ad oggi hanno già trovato una sistemazione medio tempore presso le abitazioni messe a disposizione dall’Ater di Pescara). Altre famiglie, invece, hanno trovato autonoma sistemazione con il CAS, contributo di autonoma sistemazione, di cui oggi fanno uso 19 famiglie che regolarmente ricevono ogni mese dallo Stato, per il tramite del Comune, più delle somme necessarie per gli affitti. Restano in albergo 25 persone (circa 7 o 8 nuclei familiari), che hanno deciso di non aderire al CAS o che non hanno accettato delle proposte di ricollocazione presso appartamenti messi a disposizione da Ater. Queste famiglie nei prossimi mesi potranno riavere una casa, o in nuove disponibilità di appartamenti che Ater rimetterà al Comune o ancora nei 64 alloggi di nuova realizzazione che sono in corso. Si tratta del il cosiddetto Contratto di quartiere di via Trigno, un appalto che abbiamo fatto ripartire dopo anni di stop e che nel corso del mio ultimo sopralluogo, a fine maggio, procedeva speditamente e che dovrebbe terminare entro il 2019”.