Pescara. “Riapre domani mattina la riserva dannunziana, dopo il periodo di chiusura disposto per la sicurezza della cittadinanza e coinciso con la necessaria manutenzione delle alberature e la riorganizzazione dei percorsi per fruire di questo speciale e unico polmone verde urbano.
Riconsegniamo ai cittadini una riserva che essendosi riposata in questo tempo di chiusura che dal punto di vista floristico e faunistico, è migliorata. Sono stati compiuti interventi a tutela delle piante, dall’estirpazione di quelle non autoctone, alla ripiantumazione di quelle eliminate perché pericolose, fino ad arrivare alla ridefinizione delle zone interdette al caplestìo, in sintonia con quanto disposto dal piano di ‘Assetto Naturalistico’ di cui oggi la riserva è dotata. Nuovi percorsi delimitati da un sistema di palo-corda-palo renderà più sicura la fruizione delle aree al pubblico, nella riserva sono visibili anche gli interventi di riqualificazione, proprio nell’area aggregativa e nei prossimi giorni, a partire da lunedì continueranno le operazioni di ripiantumazione grazie ai 1.000 esemplari di piante e cespugli con la prevalenza del pino d’Aleppo, specie più autoctona e identitaria, che ci arrivano dal progetto ‘Mosaico Verde’ che muoverà proprio dalla riserva i suoi primi passi e che a fine primavera vedrà il patrimonio verde della città aumentato di 3.000 nuove piante fra riserva, parchi e viali cittadini. La riserva riapre ora perché era rischioso, a causa della perdita di numerose piante cadute per il maltempo dell’autunno scorso, tenerla aperta, esponendo così la cittadinanza a rischi e crolli imprevedibili. Vista l’entità e la varietà dell’utenza, abbiamo preferito metterla in sicurezza e oggi possiamo restituirla alle famiglie, bambini e sportivi che la frequentano. Il tempo trascorso è stato quello necessario, per portare a termine le azioni messe in atto e condivise con la soprintendenza paesaggistica. Come ente gestore, ancor prima che come comune, abbiamo obblighi di legge e piccoli finanziamenti regionali per la manutenzione e la programmazione degli interventi, per questo quattro anni fa abbiamo commissionato il primo ‘Visual Tree Assetment’ e lo abbiamo rinnovato ora, con il controllo di 13.000 piante. Controllo, ma anche altre azioni, prima della messa in sicurezza era infatti in opera il progetto organico per eliminazione delle piante esotiche che infestano la riserva e ne minano l’ecosistema, finanziato con il fondo ordinario della Regione Abruzzo 2018 e anche quello inerente il contenimento della sentieristica, per una fruizione che tenesse conto delle differenze sostanziali fra riserva e parco. Per farlo abbiamo dialogato con la soprintendenza sia per la ridefinizione che per l’eliminazione delle piante pericolose, 170 in tutto, che saranno compensate largamente con la piantumazione dei nuovi 1.000 esemplari che compenseranno anche gli abbattimenti compiuti nei decenni e mai reintegrati che sono circa 500, potenziando con altri 500 esemplari gli assetti interni. La riserva gode di una sorta di autonomia gestionale attribuibile alla natura, deve quindi avere angoli di naturalità, lasciati al suo ciclo biologico che è molto diverso da quello di un parco, dove alberi e rami caduti vengono rimossi perché non turbano questo particolare equilibrio che in una riserva ha un valore diverso. Tutto questo però determina un problema di fruizione, che per renderla sicura per chi la vive vede l’interdizione di alcune sue aree, che però è anche tutela e garantisce il ciclo naturale della riserva stessa. In questo modo la fruizione convive con la tutela e invita i frequentatori a conoscere meglio la particolare identità della riserva stessa, che non è, come detto, un parco come tutti gli altri, ma è un’area protetta, fra le poche in Italia ad essere ricomprese in un contesto urbano. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato e invito la città a riappropriarsi del suo verde e a esserne la prima promotorice”. Di certo un segno di attenzione verso questo patrimonio sentito e apprezzato come una parte importante della città”.
L’assessore al Verde e alla Riserva dannunziana
Paola Marchegiani