Pescara. “La recente archiviazione del procedimento nei confronti di 22 indagati nell’inchiesta ha provocato in noi rabbia e dispiacere. Tutti dovrebbero sapere cosa fa, o in questo caso non fa, lo Stato italiano. Ma siamo fiduciosi che il procedimento principale possa proseguire in modo spedito e permettere che venga fatta giustizia. La nostra battaglia proseguirà fino all’ultimo”. Lo afferma, in un’intervista rilasciata all’Ansa, Irene Riccetti, cugina del giovane Alessandro Riccetti, il receptionist di Terni che ha perso la vita a soli 33 anni nella tragedia dell’hotel Rigopiano.
Oggi, a tre anni dalla tragedia, i familiari di Alessandro – la madre, Antonella Maria, gli zii e i cugini – hanno partecipato alla manifestazione a Farindola per commemorare le 29 vittime di Rigopiano. “Il nostro obiettivo è lasciare i riflettori accesi su questo dramma, affinché giustizia sia fatta” affermano. Alla manifestazione era presente anche l’assessore al welfare, servizi sociali e solidarietà del comune di Terni, Cristiano Ceccotti.
In attesa che i tribunali facciano il loro corso, la famiglia Riccetti ha deciso di continuare a mantenere viva la memoria del giovane – che il 23 gennaio avrebbe compiuto 36 anni – attraverso un’associazione che porta il suo nome. In suo onore, domenica, alle 18, si terrà un evento a San Gemini dal titolo “Buon compleanno Alé!”; il ricavato sarà
utilizzato a scopo benefico.
“Prosegue l’erogazione di quattro borse di studio a favore degli studenti più meritevoli dell’istituto alberghiero e del liceo artistico di Terni, per mantenere vive le passioni di Alessandro” continua Irene Riccetti. “Ma ci stiamo adoperando anche per altre iniziative, come l’adozione a distanza di un bimbo indiano a cui sarà pagato l’intero ciclo di studi primari”.
Il comune di Terni si è invece impegnato anche a posizionare una targa nei giardini di Cardeto, a poca distanza dall’abitazione della vittima di Rigopiano. “In questi anni abbiamo sentito tanta vicinanza e partecipazione al nostro dolore da parte della città e delle istituzioni locali” conclude Irene Riccetti.