Pescara. “Ritengo grave l’intenzione del Ministero dell’Ambiente, inopportunamente difeso dal capogruppo M5s in regione Abruzzo Sara Marcozzi, di annullare la gara per la bonifica delle discariche 2a e 2b, ed altrettanto grave è consentire alla Edison, dichiarata responsabile dell’inquinamento, di presentare un nuovo progetto che prevede non la rimozione ma un semplice ‘capping’ dei veleni, con tempi che si allungheranno a dismisura. Piuttosto vengano avviati subito i lavori di rimozione totale e definitiva, con il progetto già approvato e i fondi già in cassa, imputando poi i costi alla società”.
Ad affermarlo il sindaco di Bussi sul Tirino (Pescara) Salvatore La Gatta, in riferimento alla tormentata vicenda della bonifica delle tonnellate di veleni delle discariche 2a e 2b che da 13 anni inquinano falde e terreni tra il centro abitato e il polo chimico del comune pescarese.
“Una sentenza del 6 aprile scorso del Consiglio di Stato ha confermato responsabile del disastro ambientale la Edison, che ha operato nel polo chimico fino al 2012. Sarà ora la multinazionale a dover coprire i costi della bonifica in quella che è stata ribattezzata la discarica dei veleni. L’Amministrazione comunale al fianco della regione Abruzzo esprime però preoccupazione per la decisione del Ministero dell’Ambiente, di cui è titolare il pentastellato Sergio Costa, di annullare la gara per i lavori di bonifica aggiudicata a febbraio 2018, ad un raggruppamento d’imprese guidato dall’azienda belga Dec-Deme, a cui però non è mai stato firmato il contratto per poter avviare i lavori. Il ministero ha inoltre invitato la Edison a proporre un nuovo progetto di intervento. Quando però un progetto di rimozione integrale e definitiva dei veleni già esiste, quello redatto dal commissario Adriano Goio nel 2014, tenuto conto che la legge finanziaria del 2016, in attesa dell’individuazione del responsabile dell’inquinamento aveva stanziato intanto per l’intervento 50 milioni di euro a valere sui fondi della ricostruzione post-sismica 2009, vincolati anche per la reindustrializzazione del sito. Per favorire l’intervento, il Comune di Bussi ha anche acquisito l’area contaminata”.
“A seguito della sentenza del Consiglio di Stato, il 24 aprile scorso, il Comune di Bussi ha inviato l’ennesima diffida al Ministero, invitandolo a dare finalmente avvio alla bonifica”.
Ed ora ha rivelato il sindaco La Gatta, “siamo venuti a sapere che il 28 aprile il Ministero ha inviato una lettera alla Edison diffidandola a dare inizio ai lavori di messa in sicurezza e bonifica, con la facoltà di presentare un progetto alternativo, rispetto a quello oggetto di procedura di gara. Il 6 maggio Edison, inoltre, ha comunicato al Comune di Bussi l’esigenza di fare un sopralluogo sulle discariche 2a e 2b dovendo procedere alla copertura di dette aree, con un capping, che è cosa ben diversa dalla rimozione prevista nel progetto”.
Il Comune ha così contattato il ministero, evidenziando che “la Edison non sta presentando alcun progetto di bonifica”. E soprattutto, rende noto il sindaco, “Il Ministero mi ha comunicato che a giorni procederà all’annullamento della gara”.
“Ogni commento è superfluo: il gruppo imprenditoriale Edison che da sempre mostra totale disaffezione al territorio oltre che per il dato specifico di essere inquinatore anche per aver mostrato insofferenza e aperte resistenze a partecipare spontaneamente alla parte del procedimento finalizzato alla bonifica, viene di nuovo legittimato a decidere sul territorio, questa volta per volere del Ministero dell’Ambiente”.
“In tredici anni di ritardi e lentezze amministrative si è comunque dato seguito ad un programma nazionale di bonifica, collegato ad interventi di riconversione industriale per il quale risultano stanziati 50 milioni di euro, cui è seguita la approvazione di un progetto preliminare, la stipula di un accordo di programma che ha previsto il passaggio alla mano pubblica dei terreni per consentire la bonifica, la indizione e la aggiudicazione di una gara pubblica per l’affidamento di lavori. Non è realistico affermare che i suddetti passaggi siano cancellabili con un colpo di spugna”.
“Attendere il compimento di ogni nuovo avanzamento da un Ministero, sembrava già un calvario insopportabile per un territorio i cui cittadini da troppi anni reclamano giustizia ed avevano intravisto una luce solo a seguito dello stanziamento economico dedicato. Figuriamoci ipotizzare oggi l’annullamento di ogni fase realizzata per ritrovarsi nella sede incerta di una iniziativa da ricominciare da zero e soprattutto, svolta affidandosi ad un ‘progetto alternativo’ dell’inquinatore”.
“Il sindaco chiede che il Comune di Bussi sia affiancato da tutte le istituzioni locali, da quella regionale alla Provincia e dai Comuni della Val Pescara affinché, nell’esclusivo interesse del territorio, per avere la garanzia che venga attivata piuttosto ogni azione necessaria affinché Edison rimborsi i costi della bonifica, e per avere la certezza sul mantenimento della destinazione al territorio dei 50 milioni messi a disposizione con apposita norma, anche per le opere successive a quelle di bonifica”.
“Nel caso venga annullata la gara, anche in caso di inadeguatezza dell’offerta dell’aggiudicatario, di risparmiare tempo e risorse attraverso interpello progressivo degli altri soggetti che hanno partecipato all’originaria procedura”, senza dover annullare la gara e ricominciare da zero.
Infine ha aggiunto Lagatta, invece di riscrivere il progetto definitivo contenuto nelle offerte tecniche, “è possibile procedere ad una sua valutazione approfondita sulla scorta dei rilievi emersi dal parere reso dal Consiglio dei Lavori pubblici, disponendo, qualora sia opportuno, soltanto i relativi adeguamenti”.
A questo proposito, Lagatta ha replicato al capogruppo del Movimento 5 stelle in Regione Abruzzo Sara Marcozzi, che aveva parlato di “un progetto di appalto per i lavori di bonifica parziale e incompleto, con una procedura di gara con criticità e potenziali vizi di forma, come già evidenziato sia dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che dall’Avvocatura dello Stato”.