L’Aquila. L’Abruzzo torna rosso per un giorno. La Regione, infatti, dal 6 dicembre scorso si trova in zona arancione grazie ad una ordinanza del presidente Marsilio, che ha adottato misure meno restrittive rispetto a quelle proprie della zona rossa in cui l’Abruzzo è stato collocato dal Governo. Contro questa ordinanza l’esecutivo ha fatto ricorso al Tar, che ieri l’ha accolto, sospendendo l’efficacia del provvedimento del Governatore. Oggi, dunque, la regione tornerà a tutti gli effetti rossa, ma domani cambierà ancora colore e tornerà arancione perché nel frattempo così è stato deciso, alla luce del monitoraggio settimanale.
Dunque, regione rossa per un giorno, appunto, con il paradosso che ieri i negozi hanno aperto, oggi resteranno chiusi e domani potranno aprire nuovamente. “Un capolavoro di burocrazia”, per il governatore di centrodestra Marsilio. Secca la replica del Governo: “è lui che non ha rispettato le regole”. “Pochi minuti dopo la pubblicazione della sentenza del Tar, ho ricevuto la telefonata del ministro Speranza che mi trasmette il testo dell’ordinanza che riconosce l’Abruzzo in zona arancione. A partire da domenica. Si consuma così uno di quei capolavori di burocrazia amministrativa che rende le istituzioni incomprensibili ai cittadini”, dice Marsilio. Che poco prima, però, era stato attaccato dalle opposizioni in Consiglio regionale.
“L’Abruzzo torna in zona Rossa”, denuncia il M5S, “un pasticcio a danno di tutti i cittadini che ancora una volta sono in balia di scelte irragionevoli”. Dal canto suo il governatore se la prende con l’Esecutivo. “La pervicace azione del governo”, afferma, parlando del ricorso al Tar, “produce come risultato l’insensato e schizofrenico ritorno in zona rossa, per un giorno, di una regione che da due settimane mostra valori stabilmente arancioni. Era chiaro che oggi il Governo avrebbe potuto provocare solo il risultato di vedere una regione cambiare colore tre volte in tre giorni. Incuranti delle conseguenze pratiche nella vita delle persone, pur di poter esibire lo scalpo del reprobo Abruzzo”. “Non si tratta di burocrazia, è Marsilio che non ha rispettato le regole”, replicano seccamente fonti di governo.
“Il Tar ha messo ordine e questa vicenda che si chiude con un messaggio chiaro: nessuno arbitrariamente può modificare le diverse fasce”. In serata è intervenuto il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, che invita ad abbassare i toni. “Con la sentenza del Tar Abruzzo”, ha detto, “è stato ripristinato il principio della tutela prioritaria della salute. È necessario sempre lavorare insieme, soprattutto quando si devono prendere decisioni che impattano sulla tutela della salute dei cittadini; è necessario sempre rispettare le regole comuni. Il governo è sempre stato, e continuerà ad essere, al fianco dei cittadini abruzzesi. Non è tempo di polemiche ma di riprendere con il Presidente Marsilio un lavoro comune”.
Il dispositivo della sentenza del Tar è chiaro: l’ordinanza deve essere sospesa perchè una Regione non può adottare in questa materia provvedimenti più blandi di quelli del Governo. “In presenza di specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario, le Regioni”, ha sentenziato il Tribunale, “possono autonomamente adottare provvedimenti derogatori solo in senso più restrittivo mentre gli eventuali ampliamenti migliorativi avrebbero presupposto il formale atto d’intesa con il Ministero della Salute. Nel caso in esame, in assenza dei presupposti di legge, è stato adottato un provvedimento ampliativo delle possibilità di interazioni fisiche tra le persone senza che fosse conseguito il prescritto atto d’intesa con il Ministero della Salute”.