Per sempre. Ce lo ricorderemo per sempre. Questo 2020 è stato uno spartiacque tra il prima e il dopo, tra il vecchio e il nuovo, tra la paura e la speranza. Ma deve essere anche una linea di demarcazione tra gli errori del passato e i propositi per il futuro.
E tutto quel male che ha cosparso impietosamente la storia di questi mesi e quindi anche le pagine web di questo giornale, tutto quel dolore, deve aver avuto anche uno scopo più alto. Qualcosa ci ha insegnato, tutto questo. Ci ha lasciato un segno indelebile che ci ricorderà, per sempre, le cose che contano veramente.
Se non faremo nostro questo anno di sofferenza per essere migliori, allora tutti gli sforzi, tutte le vite perse, tutta la libertà che c’è stata negata, tutto il dolore che abbiamo provato, non saranno valsi a nulla. Resteranno in quelle pagine web come un’ombra del passato.
Per nessuno è stato facile. Non solo le nostre vite sono state condizionate da questa infinita emergenza, ma anche il nostro lavoro è cambiato. Anche in questo caso, per sempre.
La nostra quotidianità, le nostre giornate e la nostra attività giornalistica, per gran parte di questo vecchio anno si è fusa in un unicum epocale che ha cambiato tutto. Nessuno di noi dopo questo 2020 sarà come prima, il giornalismo non sarà mai più come prima, il modo di comunicare non sarà come prima, niente sarà più come prima.
Abbiamo lottato anche noi, insieme a tutti voi, cari lettori, giorno per giorno per capire cosa stesse accadendo, passo dopo passo, per guardare quello che non si vedeva bene o che non volevamo vedere, minuto dopo minuto, contagio dopo contagio, dramma dopo dramma, scoperta dopo scoperta, paura dopo paura, e soprattutto speranza dopo speranza.
Abbiamo imparato a conoscere e a riconoscere questo nemico invisibile ma ingombrante, e abbiamo imparato a conoscere meglio anche il mondo della sanità, gli operatori sanitari, le strutture per anziani, le forze dell’ordine, le forze politiche, le associazioni, le istituzioni. Tutte realtà, queste, che hanno dato il meglio di sé, e a volte anche il peggio, ma abbiamo imparato a conoscere meglio il mondo, il nostro mondo.
L’anno che è appena passato non è stato solo segnato dalla pandemia del coronavirus. Nei 12 mesi che ci stiamo lasciando alle spalle abbiamo continuato a raccontare da vicino ogni fatto ed episodio, anche il più doloroso. Il 2020 è stato l’anno dell’incidente mortale alla Sevel di Atessa, dove i primi dell’anno un giovane operaio ha perso la vita. È stato l’anno dell’omicidio al ferro di Cavallo di Pescara, nella centrale dello spaccio abruzzese. È stato l’anno degli incidenti in montagna, che ha visto gli uomini del Soccorso alpino lavorare giorno e notte per mettere in sicurezza gli escursionisti e turisti.
È stato l’anno delle liti per strada e delle denunce delle forze dell’ordine per contrastare lo spaccio di droga sul territorio. Il 2020 lo ricorderemo anche e purtroppo per gli incidenti mortali che hanno spezzato vite e famiglie.
È stato l’anno dello studente abruzzese rimasto bloccato a Wuhan nella prima ondata della pandemia, dei racconti e delle testimonianze dalla Cina dei nostri concittadini. Anche quest’anno abbiamo raccontato di episodi di femminicidio e violenza domestica.
Tanti gli episodi di stalking e di violenza di branco. È stato l’anno in cui abbiamo testimoniato con dirette e servizi sul campo gli incendi che hanno devastato la natura del territorio, come quello a Palombaro o a Punta Aderci. Come non dimenticare la tragedia di San Demetrio de’ Vestini, dove il piccolo Lucas di soli 4 anni è morto nella notte a causa di una grave patologia o del giovane ottico di Montesilvano Vincenzo Palumbo, che ha lasciato la moglie incinta e un gran vuoto nella comunità.
Poi la pandemia che ha visto fermare le attività didattiche nelle scuole e nelle università e l’emergenza sanitaria che ha toccato il territorio. Il covid in Abruzzo ha registrato 1206 decessi, tra questi il giovane Luca Di Nicola, il 19enne di Nereto morto a Londra dopo aver contratto il virus. Vi abbiamo raccontato del commovente addio a Marco Di Francesco, operatore del 118. Sirene spiegate e luci accese per l’ultimo saluto.
Il 2020 è stato l’anno in cui abbiamo continuato a parlare della tragedia di Rigopiano e degli sviluppi giudiziari legati al disastro dell’hotel abruzzese. Il 2020 lo ricorderemo inoltre per i grandi controlli non solo sulle strade, ma anche nelle piazze delle città deserte. Lo ricorderemo per la movida e per le proteste legate alla situazione sanitaria, per le maxi operazioni antidroga come l’operazione Aladino a Pescara, che ha portato a numerosi arresti.
Il 2020 è stato l’anno in cui abbiamo raccontato le aggressioni omofobe nella città di Pescara e delle tragedie dei suicidi. L’anno in cui sono stati chiusi e multati gestori dei locali perché non venivano rispettate le misure anticovid, l’anno della corruzione nella sanità e degli arresti nel chietino. È stato l’anno dell’incendio nella riserva naturale di Punta Aderci. Non sono mancate le polemiche e le proteste legate all’emergenza economica, della corruzione nella sanità abruzzese o le tante storie dei lavoratori che hanno testimoniato giorno dopo giorno un anno difficile per l’Abruzzo.
I numeri.
1.200. Sono le vittime in Abruzzo di questo 2020 martoriato dal virus, lo 0.09% dell’intera popolazione. Un numero che i marsicani non dimenticheranno mai più. Sono le persone che abbiamo lasciato nel corso di quest’anno terribile ma che resteranno del cuore delle persone che le hanno conosciute e perdute.
35.000. Sono invece gli abruzzesi che hanno combattuto con il virus, il 2.6% della popolazione totale. Di questi, 33.800 ce l’hanno fatta, sono riusciti a battere il coronavirus.
È negativo e arranca giorno dopo giorno il trend del mondo del lavoro in Abruzzo. Se da una parte le grandi aziende hanno tenuto e si è cercato di fronteggiare la crisi covid con gli ammortizzatori sociali, dall’altra tutto il tessuto lavorativo fatto di piccole e grandi aziende che lavorano nel settore del turismo, dell’agricoltura e della ristorazione è crollato vertiginosamente. Tanti sono gli esempi di aziende che tengono con il fiato sospeso i lavoratori come la Betafence di Tortoreto per la quale si aspetta un piano industriale, la Atr di Colonnella, e poi centinaia di agriturismi, ristoranti e attività ricettive ferme ormai da mesi.
Nel terzo trimestre del 2020 in Abruzzo si è registrato un calo significativo del lavoro femminile, pari al -3,3%, rispetto allo stesso periodo del 2019. Questo dato pone l’Abruzzo all’ottavo posto tra tutte le regioni italiane nella classifica che attesta la diminuzione dei posti di lavoro delle donne. Basti pensare che il 73% di tutte le dimissioni e risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro proviene dalle madri lavoratrici. Sono aumentati anche gli infortuni covid. Secondo quanto emerso da un report della Cgil dall’inizio emergenza fino al mese di ottobre in Abruzzo gli infortuni erano 857, a novembre, con 634 denunce, si è registrato un +74%, per un totale di 1.491 casi.
La provincia più colpita è quella di Chieti con 417 infortuni Covid, seguita da Pescara con 408, Teramo con 379 e L’Aquila con 287. Uno spiraglio positivo è arrivato nelle ultime ore con la sottoscrizione dell’atto di cessione dell’ex Autoporto di San Salvo alla Engineering 2k che permetterà la realizzazione di un grande centro Amazon, colosso del commercio online, con 3mila posti di lavoro.
Sono state le elezioni comunali e il conseguente rimpasto in giunta regionale a caratterizzare il 2020. Il dibattito per il rinnovo dei consiglio comunali in 61 comuni abruzzesi si è aperto con l’inizio dell’anno ma poi, a causa dell’emergenza covid, ha avuto una battuta d’arresto fino ad arrivare all’estate. E’ stato sotto il sole di ferragosto che si sono concretizzati gli scenari politici e sono state presentate le liste a Chieti, Avezzano e nei restanti comuni da 200 abitanti come Cansano, fino ai 10mila come Guardiagrele.
Il 20 e 21 settembre, poi, c’è stato il primo turno elettorale che ha sancito la vittoria di 59 sindaci. Per le città sopra ai 15mila abitanti – Avezzano e Chieti – c’è stato invece il ballottaggio che ha decretato due nuovi sindaci: Diego Ferrara a Chieti con il 55,85% dei consensi e Gianni Di Pangrazio ad Avezzano con il 58,45%. Il risultato delle elezioni ha avuto ripercussioni all’Emiciclo dove l’assessore regionale Mauro Febbo, numero uno di Forza Italia, è stato messo alla porta per non aver sostenuto nella sua città Fabrizio Di Stefano, candidato della Lega. Febbo è tornato tra i banchi del consiglio e al suo posto è arrivato Daniele D’Amario, sempre in quota Fi, mentre al posto di Pietro Fioretti è andato Pietro Quaresimale.
Tensioni si sono poi registrate nel Comune dell’Aquila a causa del dialogo mancante tra Fratelli d’Italia, con a capo il sindaco Pierluigi Biondi, e la Lega, ma anche in altri territori. In Abruzzo complessivamente è stata registrata, alle elezioni come nei sondaggi, la crescita del partito della Meloni dopo quello del Carroccio e prima del Pd.
In coda il Movimento 5 Stelle che non convince più gli abruzzesi come un tempo. Al livello nazionale, invece, i grillini continuano a occupare posti di rilievo con i sottosegretari Gianluca Vacca e Gianluca Castaldi, come anche i dem con Luciano D’Alfonso presidente della 6ª Commissione permanente Finanze e Tesoro.
Il campo della cultura ha sofferto in questo 2020 a porte chiuse ed a saracinesche abbassate. Non ci sono stati i grandi concerti e le grandi rassegne cui eravamo abituati e teatri e cinema sono rimasti chiusi. Il lockdown di marzo ha costretto allo streaming molti artisti, musicisti o attori che fossero, pur di andare “in scena”, mentre l’estate ha riaperto alla possibilità di manifestazioni dal vivo. Gli eventi estivi sono stati centellinati, solo appuntamenti sporadici, facili da gestire nel rispetto delle normative anticontagio. Vigeva, e vige tutt’ora, il divieto di assembramento.
A Pescara il Pescara Jazz Festival è andato avanti, come alcuni eventi open air al teatro D’Annunzio. All’Aquila i Cantieri dell’Immaginario hanno animato piazza Duomo. Proprio il capoluogo di regione si è candidato a diventare Capitale della Cultura nel 2022 ma, al tempo stesso, ha pianto la scomparsa di Gigi Proietti, a lungo direttore artistico del TSA, e il professor Guido Sabatini, ex docente di filosofia e ex amministratore al Comune di Avezzano. All’Arena La Civitella di Chieti sono andate in scena “Le notti del Marrucino”, e i paesi più piccoli della regione, compresi i borghi delle aree interne, hanno fatto ciò che hanno potuto. Come a Guardiagrele con il “Go Abruzzo Festival”.
Sono mancati festival all’aperto come il Frantic di Francavilla, la storica Giostra Cavalleresca di Sulmona, la Notte dell’Inex di Elice, la Festa del Narciso di Rocca di Mezzo, giusto per citare alcuni tra i più noti. Lo scrittore Remo Rapino ha vinto il premio Campiello e la scrittrice Dacia Maraini ha presentato il suo ultimo libro in vari centri dell’Abruzzo. Niente mercatini di Natale a dicembre e niente festeggiamenti pasquali. Non abbiamo gioito davanti a party, così non abbiamo potuto godere di sagre e feste. E’ stato tutto fermo, lo è tutt’ora e attendiamo il prossimo Dpcm per capire come e se il settore Cultura potrà ripartire.
Ambiente. L’anno è stato segnato dagli incendi estivi che hanno flagellato i boschi dell’aquilano. Centinaia di ettari hanno bruciato per giorni e giorni, nonostante l’impegno costante dei vigili del fuoco e dei canadair. L’origine, quasi tutta dolosa. Ad alimentare le fiamme l’incuria del sottobosco, da troppo tempo abbandonato a sé stesso. Altro incendio grave si è sviluppato nel parco antistante la spiaggia di Punta Aderci, tra le più belle d’Abruzzo e patrimonio di biodiversità. Una bella notizia si è avuta proprio da Vasto dove Legambiente e WWF hanno vinto il ricorso per scongiurare l’installazione di un cementificio.
Altra bella notizia si è avuta con riguardo alla fauna, con il camoscio dichiarato fuori pericolo estinzione dopo 30 anni di lotte per la sopravvivenza della specie. Ad ora se ne contano più di 3mila unità. Il lockdown primaverile, conseguente all’avvento della pandemia, ha contributo a ripulire l’aria, le falde acquifere e le nostre città dallo smog della vita quotidiana. Ciò ha fatto capire, una volta di più, alle amministrazioni comunali l’importanza di puntare sul turismo ecosostenibile.
L’Abruzzo punta sul turismo green e sfrutta i suoi laghi, le sue montagne, le sue spiagge e i tre parchi nazionali, le piste ciclabili e le zone a traffico limitato. Non a caso Forbes la dichiarò tra le regioni verdi d’Europa. Molti Comuni si sono contraddistinti per una gestione virtuosa della raccolta differenziata e, con riferimento ai dati dell’anno 2019, Sulmona è risultata essere la più rispettosa tra i Comuni sopra ai 15mila abitanti. Ciò è fondamentale per il rispetto dell’ambiente, soprattutto se ben sposato con gli ingenti controlli sul territorio mirati a contrastare trasgressioni e infrazioni varie di coloro che il rispetto per l’ambiente non sanno cosa sia.
E’ stato un anno di prove. Abbiamo conosciuto la nostra vulnerabilità. Siamo stati messi di fronte a una scelta: riconoscere questa vulnerabilità oppure ignorarla. Il virus ci ha guardato in faccia e poi subito dopo non ha guardato in faccia a nessuno. Tutti siamo diventati vulnerabili, tutti uguali, buoni e cattivi, belli e brutti, vecchi e giovani, occidentali e orientali, ricchi e poveri, bianchi e neri. Questo ci ha uniti, tutti.
Un grazie va alla nostra redazione, a ogni giornalista che ha provato a raccontare, giorno dopo giorno, la vostra vita, mettendoci dentro anche un po’ della propria vita, nonostante gli insulti dei soliti haters e i discorsi di hate speech del coronavirus. E nonostante tutto ci avete sempre seguiti e siete diventati sempre di più.
Perché quando si scrive degli altri, in realtà, si scrive anche un po’ di sé, un po’ della propria esperienza, un po’ ella propria vita, un po’ della propria fragilità. Ed essere fragili non è debolezza, è invece un modo per comprendere veramente che abbiamo bisogno degli altri, che da soli non siamo niente.
Per questo vogliamo augurarvi, cari lettori, una nuova vita, una nuova opportunità che si chiama 2021.