Pescara. L’ordinanza anti-slot machine finalizzata al contrasto del gioco d’azzardo patologico arriva anche nel Comune di Pescara ed è subito polemica da parte dei gestori dei locali che ospitano le macchinette. Il provvedimento è stato illustrato in conferenza stampa dal sindaco Marco Alessandrini. All’appuntamento con la stampa si sono presentati anche alcuni gestori degli esercizi commerciali dove sono presenti le slot machine, che a margine dell’ incontro hanno manifestato la loro contrarietà per una serie di ragioni. Nello specifico, l’ordinanza stabilisce che le slot machine possono funzionare dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23 e riguarda gli esercizi dotati di uno spazio per le macchinette ovvero bar, tabaccherie, alberghi, ristoranti, ricevitorie lotto ed esercizi commerciali. Sono escluse dal raggio d’azione le autorizzazioni ex articolo 88 del TULPS, sale gioco propriamente dette, dove esiste già una stringente normativa statale a controllo del settore. Chi non rispetta quanto previsto rischia una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro. “Il provvedimento” hanno sostenuto i gestori dei bar e dei locali “ci sembra illogico in quanto e’ limitato solo alle slot machine. Il gioco compulsivo infatti non è dovuto solo alla macchinette e poi chi gioca se trova chiuso a Pescara andrà a Villa Raspa, a Francavilla, nelle località vicine. Il problema quindi non si risolve. “Il provvedimento” ha aggiunto il titolare di un bar pescarese “avraàdelle ricadute anche sul fronte occupazionale perché interessa un terzo della fascia oraria e quindi se ho venti dipendenti significa che 6 o 7 perderanno il lavoro”. Da parte sua, il sindaco ha sottolineato che l’ordinanza mira a “fornire una risposta ad un male invisibile che però esiste ed ha dei costi socio sanitari molto grandi. Il testo” ha aggiunto “punta a recepire l’ordine del giorno votato, lo completeremo anche attraverso il confronto con le associazioni di categoria che avverrà domani pomeriggio, durante una commissione Commercio aperta alle sigle e agli esercenti del settore, lo facciamo perché si arrivi alla definizione sostanziale più completa possibile dell’atto che ho premura di rendere vigente”.” La barbarie della malattia del gioco d’azzardo” ha detto Fausto D’Egidio, del Serd “non ha a che fare con una condotta strutturata da millenni che è quella della propensione al rischio, ma va affrontata, perché esiste, c’è. Su Pescara non ci sono dati, però ci sono riscontri indiretti perché è costante la spesa nel mondo del gioco, arriviamo a cifre che superano i 1.500 euro l’anno per ogni cittadino, neonati e incapaci compresi e una famiglia media spende oltre 4.000 euro ogni anno per il gioco, cosa che pone Pescara ai primi posti in Italia per consumi di giochi d’azzardo”.
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