Penne. “Sabato pomeriggio un ragazzo del Pakistan telefona disperato a una sua amica,tra i singhiozzi, e in un italiano stentato, racconta che qualcuno (i cacciatori!) all’alba ha sparato al cagnolone bianco a cui da diversi mesi dà da mangiare. Vengono chiamati Asl e municipale per accertare e denunciare l’accaduto, il cane ha il chip. La denuncia per la scomparsa era stata fatta circa un anno e mezzo fa, il proprietario recupera il suo cane e lo porta dal veterinario.
Vengono accettate 3 ferite da arma da fuoco, una in fase di cicatrizzazione, questo significa che non è la prima volta che il maremmano viene allontanato a colpi di fucile!
Il nostro vicepresidente Armando Bucci, insieme a Dalila Vallese, un’altra guardia zoofila regionale, è andato a verificare la situazione:
Leone, questo è il suo nome, adesso è al sicuro, le ferite sono state disinfettate e suturate ed è in terapia antibiotica.
Leone era sparito da casa quando aveva solo 8 mesi, dopo mesi di ricerche al proprietario venne mostrata la carcassa di un altro maremmano, probabilmente anche lui colpito dalle fucilate, in avanzato stato di decomposizione, che lo convinse ad interrompere le ricerche, credendolo ormai deceduto.
Mentre Leone ha continuato a vagare per tanti chilometri prima di incontrare il ragazzo del Pakistan, da cui negli ultimi mesi trovava cibo e affetto ogni sera.
Purtroppo i cacciatori di cinghiali in quelle zone usano sparare dall’alba al tramonto, malgrado gran parte di quel territorio è riserva naturale, oasi del WWF, ma loro, si sa, non hanno rispetto e troppo spesso restano impuniti, e purtroppo l’istinto di protezione che i maremmani hanno verso il loro gregge li porta ad allontanare i cinghiali e gli altri pericoli dal territorio circostante. Probabilmente Leone voleva proteggere il suo amico allontanando i cinghiali e questo infastidiva i cacciatori. Ha pagato la sua lealtà con 3 fucilate!
Ci auguriamo che il Comune e la polizia municipale di Penne prendano provvedimenti seri contro questa gentaglia dalle fucilate facili”.
È quanto denunciano gli Animalisti volontari Pescara, sollevando un problema serio e annoso: la caccia indiscriminata, pericolosa per gli animali protetti, ma anche per le persone, considerato l’alto numero di incidenti. La storia del povero Leone è emblematica: vivo, dopo un anno e mezzo di ricerche da parte del padrone e, purtroppo, colpito senza pietà, in quanto allontanava, data la sua indole, i cinghiali, preda prediletta di chi si dedica all’attività venatoria. Fortunatamente ora il cane è in fase di guarigione e ha ritrovato il suo proprietario: una storia con un lieto fine a metà.