Pescara. Può capitare anche questo nella vita di un’infermiera in tempo di pandemia: tra i malati in terapia intensiva dover curare il proprio marito.
È quanto è capitato a Marianna Scarano, infermiera di Rianimazione al Policlinico di Bari. La notizia è stata data dallo stessa struttura ospedaliera sul profilo Instagram.
Marianna non lo avrebbe mai immaginato, eppure in uno dei letti di cui si occupava, insieme ad altri pazienti, è stato ricoverato proprio il marito. A fine febbraio tutto è precipitato con tampone positivo e saturazione bassa: un ricovero in condizioni critiche, con l’ausilio di un casco per l’ossigeno.
“Sono stata io – spiega l’infermiera- a ‘tirarlo per le orecchie’ e portarlo in ospedale. Era a casa casa da diversi giorni, ma aveva avuto un peggioramento vertiginoso, non respirava più. Abbiamo lasciato a casa ad aspettarci mia figlia di nove anni, che in questa situazione si è mostrata molto matura”.
“Dopo lo stress di tutti questi mesiaggiunge ancora -mi sono trovata di fronte a una situazione impensabile: è stata un’esperienza fortissima, fare l’infermiera per una persona cara è un’emozione unica difficile da descrivere. Mi reputo molto fortunata, perché a differenza di tanti pazienti e che non hanno potuto avere accanto un proprio caro, a noi è stato concesso. Sono stata accanto a mio marito, gli ho stretto la mano, sono stata prima infermiera e poi moglie”. “È stata indubbiamente-prosegue- una casualità, il destino ha voluto, che insieme a tutti gli altri pazienti,ci fosse anche
lui destinato alla terapia intensiva dove lavoro. Nella terza ondata sono molto più giovani, l’eta’ media è intorno ai 45 anni, quella di mio marito”.
Marianna temeva che le condizioni si sarebbero aggravate. “Pensavo -aggiunge- che di lì a breve sarebbe stato intubato, e’ stato pronato. Ho temuto che non ce l’avrebbe fatta, non ho mollato un solo istante, non riuscivo più a dormire la notte”.
Il peggio ora è alle spalle e il marito dell’infermiera, dimesso a metà marzo, è in fase di recupero.
“Ce l’abbiamo fatta- conclude Marianna- grazie al grande e instancabile lavoro di tutti i medici, operatori sanitari e infermieri che ogni giorno curano e salvano i pazienti con professionalità e dedizione”.