Pescara. “Ci stiamo battendo per una causa che non riguarda solo i Sindaci in carica ma in
particolare chi verrà dopo di noi e avrà la responsabilità delle nostre comunità. Noi non intendiamo chiedere
alcuna immunità né impunità. Noi sindaci oggi chiediamo soprattutto rispetto. Non siamo più disposti a
prenderci colpe che non ci appartengono. Saremo i primi a denunciare abusi e corruzione, ma siamo stanchi di
diventare il capro espiatorio di ogni situazione possibile”.
Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, annunciando la manifestazione dell’Anci che domani mattina conta di portare in piazza SS. Apostoli a Roma più di 600 sindaci per chiedere al Governo e al Parlamento la modifica di alcune norme che “rendono particolarmente difficile lo svolgimento delle attività di un sindaco, alle prese con mille rischi e zero tutele, con la conseguenza che il primo cittadino viene individuato come la figura istituzionale responsabile di qualsiasi cosa accada nel proprio Comune”. Si propone anche la modifica di alcuni punti della legge Severino e la eliminazione del vincolo di incandidabilità dei sindaci al Parlamento.
“Domani – dice ancora Decaro -vorremmo consegnare simbolicamente ai rappresentanti del Governo e a tutti i membri del Parlamento una penna. La famigerata “arma del reato” con cui ogni giorno i sindaci firmano decine di atti, consapevoli che ognuno di questi può trasformarsi in un avviso di garanzia. Chiediamo di essere trattati dall’ordinamento giuridico nello stesso modo in cui vengono considerate le altre cariche elettive. Non chiediamo esclusività ma uguaglianza e pari dignità”. Andremo avanti fino a quando non ci ascolteranno. Vogliamo e dobbiamo farlo per noi, per i nostri colleghi che hanno pagato o pagano ingiustamente, per le migliaia di sindaci assolti, cui
nessuno ha mai chiesto scusa”.