Pescara. “Le indagini hanno preso il via nell’estate 2020 anche a seguito di alcune segnalazioni interne alla Asl giunte per comportamenti volti a turbare illecitamente lo svolgimento della gara pubblica dell’importo di oltre 11 milioni indetta dall’Asl di Pescara, il cui iter si sarebbe concluso in pieno periodo di emergenza pandemica. Il proseguimento dell’appalto avrebbe portato la cifra iniziale di 11,3 milioni a oltre 17”. Così ha spiegato, in conferenza stampa, il comandante regionale Abruzzo della Guardia di Finanza, Gianluigi D’Alfonso, illustrando la genesi dell’inchiesta della Procura di Pescara che ha portato all’arresto di tre persone per reati contro la pubblica amministrazione, in particolare corruzione, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti.
Secondo gli inquirenti, il dirigente del Dipartimento di Salute Mentale della Asl, Sabatino Trotta, ha svolto funzioni di pubblico ufficiale nella gara, in quanto, oltre ad aver predisposto il capitolato tecnico, ha scelto i nominativi dei tre esperti del settore nominati membri della commissione giudicatrice, persone a lui strettamente collegate, personalmente e professionalmente, per poi condizionarli al fine di garantire al consorzio l’attribuzione del massimo punteggio riconosciuto per le offerte tecniche presentate.
“Con il determinante apporto del medico, il Consorzio e la Cooperativa vincevano”, si legge nel dispositivo del giudice, “la gara d’appalto, stipulando con l’Ausl di Pescara un contratto di servizi, di durata quadriennale, del valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, riconoscendo somme di denaro e regalie di varia natura (gioielli, orologi e beni tecnologici), al Dirigente medico e ai membri della commissione di gara”. Oltre ai tre arrestati ci sono sei indagati.