Pescara. “Contrariamente a quello che si è detto in questi anni, noi siamo riusciti, attraverso l’atto aziendale, a mantenere vivi e vitali gli ospedali di Penne e Popoli (Pescara) che il decreto ministeriale avrebbe ridotto a ben poca cosa. Le attività svolte dai due ospedali sono invece sovrapponibili a quelle che svolgevano precedentemente. Speriamo che in futuro queste attività possano ulteriormente essere incrementate”.
Ad affermarlo il direttore generale della Asl di Pescara, Armando Mancini, nel corso di una conferenza stampa per illustrare il bilancio di tre anni e mezzo di attività, dopo la delibera della Giunta regionale che sancisce la sua decadenza. Risanamento del debito, innovazione tecnologica, potenziamento del patrimonio edile, implementazione delle risorse umane, sviluppo e ammodernamento dei servizi sanitari: questi gli obiettivi dell’amministrazione della Asl, in carica dal marzo 2016. “Il termine anticipato di questa gestione, che sarebbe dovuta durare fino al marzo 2021 – sottolinea Mancini – ha fatto sì che in soli tre anni alcune azioni siano state realizzate solo parzialmente o che siano in fase di realizzazione”.
Sul fronte del risanamento economico dell’azienda, il direttore sottolinea che “abbiamo trovato, nel consuntivo 2015, un disavanzo di 30 milioni di euro e oggi certifichiamo, dopo solo tre anni, un attivo di poche migliaia di euro, ma pur tuttavia un bilancio risanato”. Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica, Mancini spiega: “Abbiamo ammodernato il parco tecnologico, con due Tac 128 strati a Pescara; abbiamo localizzato una Tac a Penne e una a Popoli; abbiamo messo una risonanza magnetica nucleare a Popoli; abbiamo acquistato un secondo acceleratore lineare; abbiamo posizionato la brachiterapia; stiamo facendo i lavori per il posizionamento della Pet Tac nel cosiddetto bunker; abbiamo creato nuovi reparti più moderni e aggiornati”.
“Abbiamo inoltre lavorato molto sull’edilizia sanitaria che era in condizioni davvero difficili – aggiunge – Siamo riusciti a far partire i lavori del nuovo pronto soccorso che entro l’anno saranno completati e, soprattutto, abbiamo riprogettato e fatto partire il Distretto sanitario di base di Pescara Sud. Finalmente 60mila persone avranno una struttura sanitaria nella loro zona”. Il manager si sofferma anche sulle cose che non c’è stato il tempo di portare a termine. Tra queste cita “l’ex Ivap, il cosiddetto materno infantile, dove bisogna riallocare 100 posti del nostro ospedale, ma purtroppo ci vogliono 18 milioni che non abbiamo avuto”. Ci sono poi “i lavori all’ospedale di Penne, sono arrivati solo ora i 12,5 milioni per ristrutturare”.
Tra i problemi anche l’eliporto dell’ospedale di Pescara: “Il problema nasce soprattutto dal fatto che non era stata definita la proprietà; poi il giudice ha stabilito che è del Comune, quindi siamo impossibilitati a fare i lavori in una struttura altrui. Tutto questo ha ritardato molto quello che si doveva fare per far atterrare i nuovi vettori. Secondo nostre verifiche, comunque, il tetto può sopportare qualsiasi vettore. Sono sicuro che verrà raggiunto un accordo con il Comune”. “Ci sono poi i problemi delle liste d’attesa, questione nazionale – osserva Mancini – tutto dipende da quanto si può investire in soldi per il personale, ma sappiamo bene che le risorse per la sanità non sono aumentate, anzi, sono diminuite”. Infine una riflessione sul Dea di secondo livello: “Abbiamo fatto tutto, abbiamo anche fatto il protocollo con Chieti, il contenitore è pronto, si tratta solo di farlo partire”, conclude Armando Mancini ringraziando collaboratori e personale e sottolineando il lavoro di squadra svolto.