Pescara. Adesione massiccia delle toghe di Pescara allo sciopero indetto a livello nazionale dall’Unione delle Camere Penali Italiane dal 30 novembre al 4 dicembre. Aule del Tribunale praticamente deserte a dimostrazione dell’adesione pressoché totale degli avvocati penalisti. I legali hanno scelto di incrociare le braccia per 5 giorni per segnalare, tra le altre cose, al Governo “la necessità di procedere ad una riforma organica del processo penale accelerando la razionalizzazione e la modulazione delle sanzione e realizzando una vera, seria ed estesa depenalizzazione che consenta di riservare al dibattimento la dignità che gli spetta all’interno del ‘giusto processo'”. I penalisti, inoltre, sono contrari a “disegni di riforma volti, anche attraverso la limitazione delle impugnazioni, alla sostanziale vanificazione dell’istituto della prescrizione e la conseguente caduta dell’unico strumento capace di limitare la irragionevole durata dei processi”. Nel mirino anche “la possibile estensione dello strumento del “processo a distanza” indistintamente a tutti i processi con detenuti e senza specifica motivazione, tramite la riforma dell’art. 146 bis art. c.p.p. attualmente all’esame del Parlamento”. Tra i motivi della protesta anche la necessita’ di intervenire “al fine di evitare la spettacolarizzazione dei processi e l’alimentazione dei circuiti mediatici che finiscono per consegnare all’opinione pubblica giudizi preconfezionati, attraverso l’esibizione e la gogna degli arrestati e la diffusione dei materiali di indagine, prima ed al di fuori di qualsivoglia controllo processuale”. Soddisfatta Annalisa Cetrullo, presidente della Camera Penale di Pescara, per la riuscita dello sciopero, “perché – ha detto – alla base della protesta ci sono motivazioni serie”.
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