Pescara. Ci sono anche due pescaresi tra le sette persone arrestate stamani dalla Digos di Torino nell’ambito dell’operazione denominata “Scripta Manent” contro la Fai, la federazione anarchica informale. Ad eseguire le ordinanze di custodia e’ stata la Digos di Torino coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo della direzione centrale della polizia di prevenzione, su disposizione della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese. Si tratta di due conviventi: Danilo Cremonese, 40 anni, e Valentina Spezia. Su entrambi, residenti a Montesilvano ma nati a Pescara, ha investigato la Digos della Questura di Pescara diretta dalla dottoressa Lelia Di Giulio che ha agito su delega della Procura della Repubblica di Torino e sotto il coordinamento del Servizio centrale antiterrorismo: la stessa Digos ha anche effettuato diverse perquisizioni domiciliari. All’operazione hanno dato il loro contributo operativo la Digos di Pescara, Roma e Viterbo. In tutto gli indagati sono 15 di cui sette arrestati, compresi i due abruzzesi. Nell’ambito della vasta operazione, i poliziotti, con l’ausilio di unità cinofile antiesplosivo, hanno sottoposto a perquisizione oltre 30 anarchici e 29 abitazioni dislocate in Piemonte, Liguria, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Abruzzo, Campania e Umbria. L’operazione della Polizia di Stato contesta agli arrestati il reato di associazione con finalita’ di terrorismo e attribuisce agli stessi l’esplosione di tre ordigni. Uno presso il quartiere Crocetta di Torino del 5 marzo 2007 e due ordigni presso la Caserma allievi carabinieri di Fossano del 2 giugno 2006. Gli ordigni, in entrambi i casi, erano programmati per esplodere a breve distanza l’uno dall’altro al chiaro scopo di arrecare grave danno all’incolumita’ delle forze dell’ordine intervenute sul posto. L’operazione della Digos di Torino trae origine dal procedimento penale instaurato presso la Procura della Repubblica di Torino a seguito del ferimento dell’ingegner Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare, per mano di appartenenti al cosiddetto “Nucleo Olga”, espressione del cartello eversivo “Fai-Federazione Anarchica Informale”. L’indagine dei poliziotti, attraverso l’analisi di un’enorme quantita’ di documentazione ideologica, ha permesso di ricostruire la struttura associativa e l’evoluzione internazionale della Fai. Le misure cautelari riguardano anche i militanti anarchici Alfredo Cospito e Nicola Gai, autori dell’attentato all’ingegner Adinolfi, condannati in via definitiva l’11 luglio 2014 in Cassazione. Al primo erano stati inflitti 9 anni, 5 mesi e 10 giorni, al secondo 8 anni, 8 mesi e 20 giorni. Sono dieci, fra attentati e pacchibomba in tutta Italia, le azioni della Fai (federazione anarchica informale) attribuite, a vario titolo, alle sette persone arrestate oggi dopo un’indagine della Digos di Torino. Le sigle che accompagnavano le rivendicazioni erano leggermente diverse, ma la matrice era sempre la stessa. Altre iniziative riconducibili alla Fai non sono state attribuite formalmente agli indagati: è il caso del paccobomba del 2003 a Romano Prodi, del plico esplosivo nell’aprile del 2013 al quotidiano La Stampa, dell’attentato del gennaio 2016 al tribunale di Civitavecchia. E’ accusata di quasi 50 azioni di natura terroristicaeversiva, in 13 anni di attività, la Federazione Anarchica Informale. Come espressamente affermato nel programma criminoso stilato dai ‘soci fondatori’, ricostruito dagli investigatori attraverso l’analisi documentale di numerosi scritti, le azioni erano finalizzate a realizzare la “distruzione dello Stato e del capitale” portando l’attacco alle strutture del “dominio”. Tra gli obiettivi privilegiati dall’associazione quelli istituzionali, come caserme di carabinieri, polizia e dei vigili urbani, istituzioni politiche e amministrative, ma anche giornalisti, strutture aziendali e università. Il Fai non disdegnava però anche anche luoghi pubblici e/o zone residenziali. La complessa ricostruzione indiziaria e probatoria, effettuata anche attraverso numerose consulenze di esperti linguistici, di grafica e di balistica, ha consentito di raccogliere idonei elementi indiziari e di prova nei confronti dei quindici soggetti coinvolti a vario titolo nell’indagine. In particolare, vengono contestati loro le seguenti azioni terroristiche: Attentato del 24 ottobre 2005 effettuato mediante un ordigno esplosivo ad alto potenziale (contenente dinamite e dadi metallici), dotato di sistema di attivazione temporizzato, posizionato presso il Parco Ducale di Parma e poi rivendicato dalla compagine denominata “Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)/FAI”; Attentato del 2 novembre 2005 effettuato mediante invio di un ordigno esplosivo/incendiario al Sindaco protempore di Bologna, Sergio Cofferati, poi rivendicato dalla compagine denominata “FAI/Coop Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)”; Attentato effettuato mediante l’invio di plichi esplosivi, recapitati ad inizio luglio 2006, presso la sede torinese della ditta “Coema Edilità”, al Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino e al direttore del quotidiano Torino Cronaca, Giuseppe Fossati, poi rivendicati dalla compagine denominata “RAT (Rivolta anonima e Tremenda)/ FAI”; Attentato del 24 maggio 2005 effettuato mediante invio di ordigni esplosivo/incendiari al Presidente dell’ente gestore del Centro di Permanenza Temporanea di Modena (Daniele Giovanardi), al Questore protempore di Lecce (Giorgio Manari) ed al Comando della Polizia Municipale di Torino sito in via Saluzzo 26, rivendicati dalla “cellula” denominata “Narodnaja Volja FAI”; Attentato del 7 maggio 2012, commesso, a Genova, con l’utilizzo di un’arma da sparo ai danni dell’ing. Adinolfi Roberto, amministratore delegato della Ansaldo Nucleare, rivendicati dalla “cellula” denominata “Nucleo Olga/FAIFRI”; Attentato del 2 giugno 2006 effettuato mediante due ordigni esplosivi ad alto potenziale dotati di sistemi di attivazione temporizzati posizionati nei pressi della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano (CN) e poi rivendicati dalla compagine denominata “RAT (Rivolta anonima e Tremenda)/FAI”; Attentato del 5 marzo 2007 effettuato mediante tre ordigni esplosivi ad alto potenziale dotati di sistemi di attivazione temporizzati collocati presso la zona pedonale del quartiere “Crocetta” di Torino e poi rivendicati dalla compagine denominata “RAT (Rivolta anonima e Tremenda)/ FAI”.
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